Terzo segreto di Fatima, colloqui di suor Lucia col cardinale Bertone: spettro Islam

di Franco Manzitti
Pubblicato il 6 Febbraio 2015 - 07:25 OLTRE 6 MESI FA

E allora riecco la scena della più recente apertura della busta che conteneva la scrittura del terzo segreto di Fatima, davanti agli occhi di Tarcisio Bertone, del vescovo di Leiria-Fatima, Serafino de Sousa Ferreira e Silva, il 27 aprile del 2000, cinque anni prima che l’ultima pastorella delle visioni si spegnesse in quello stesso Convento. Bertone estrae dalla sua cartella due buste, una delle quali più grande contiene quella dove ci sono i fogli che contengono la rivelazione del terzo Segreto. Suor Lucia tocca la busta con le sue dita e dice : “E’ la mia carta , è la mia lettera.”

Il cardinale di Fatima legge le parole che Lucia scrisse su quel foglio in portoghese, nel gennaio del 1941, e spiega che si tratta di una visione profetica. Sarà dopo quell’apertura e quel “riconoscimento” che Giovanni Paolo II squarcerà il segreto e lo svelerà al mondo, diciasette anni dopo essere stato colpito in quella piazza San Pietro ed essere caduto con la veste insanguinata.

L’ultima profezia? Nell’intervista di dieci anni fa esatti, quasi un’altra coincidenza, il 2015 dopo il 2005, a Bertone ancora emozionato per la cerimonia del funerale di Lucia, era stata rivolta questa domanda. “ Eminenza, ma veramente ci dobbiamo fermare alla spiegazione del terzo segreto di Fatima come al calvario della chiesa nel secolo fin’ora più buio o ci può essere dell’altro ancora da scoprire, magari una spiegazione di ciò che aspetta l’Umanità nel Terzo Millenio, nei rapporti tra la Chiesa di Roma e l’Islam, magari nel nome convergente di Fatima, un simbolo sia per i cristiani che per i musulmani?” Una domanda sollecitata anche dai dubbi sulla completezza nella ricostruzione del terzo segreto, sostenuta da illustri studiosi e scrittori come padre Gruner, come l’avvocato americano Christhoper A. Ferra, come Antonio Socci, notissimo giornalista italiano.

La risposta era stata letteralmente questa: “C’è da spiegare quella differenza grande tra il papa della profezia che cade morto al culmine del calvario e il papa che si salva. La profezia, però, mette una condizione alla salvezza: è la preghiera che l’evento non si realizzi, che vinca la conversione dell’Umanità. E suor Lucia ha continuato a salvare il papa anche dopo l’attentato, durante le sue malattie, con le sue preghiere, ha digiunato perchè il papa superasse l’ultima malattia……”

Lucia spira nel febbraio del 2005, il papa Giovanni Paolo II morirà nell’aprile del 2005, quando non era più “emaparado”, protetto dalle preghiere della pastorella diventata suora e custode per tanto tempo di segreti tanto grandi.

Ultima domanda di quell’intervista all’ora cardinale di Genova, inviato del papa, Tarcisio Bertone. Come morì Lucia, come fu il suo trapasso nell’altro mondo con il quale lei era stata “collegata” tra visioni, segreti e anche terribili profezie: “ Serena, lucida, dicendo : Nostra Signora, Nostra Signora, piccoli angeli, cuore di Gesù, andiamo, andiamo in cielo, come i pastorelli.

Un altro cardinale importante della Chiesa mondiale, Giuseppe Siri, genovese, mancato papa in due Conclavi, scomparso nel 1989, vicinissimo a Pio XII, il papa che per primo conobbe le carte di Lucia e dei tre segreti, dei quali il terzo poteva essere rivelato solo dopo il 1960, riferendosi al questo grande mistero aveva definito così Fatima al suo ultimo confessore, padre Candido Capponi, un cappuccino ligure: “Fatima è l’altare del mondo”. Come dire – spiega oggi a Blitzquotidiano quel frate, non certo intenzionato a violare il segreto del confessionale di Siri – che quella apparsa ai tre pastorelli era la descrizione di quanto l’Umanità aveva sofferto e avrebbe dovuto soffrire. Fino a quando e fino a dove nel tempo, nei secoli?

I due angeli, che sovrastavano la croce sotto la quale il vescovo vestito di bianco era colpito a morte, nel racconto di Lucia, contenuto in quella busta aperta da Bertone, riconosciuta da Lucia stessa, inaffiavano le anime con il sangue dei martiri. “Penitencia, penitencia, penitencia.”_ invocava l’altro angelo dominatore che scortava la Madonna, impugnando la spada fiammeggiante puntata verso terra.

Perchè nel 2015 Agcà è tornato sulla tomba del papa che voleva uccidere, che non si spiega di non avere ucciso, che lo ha perdonato e perchè non svela chi lo ha mandato a sparare, il 13 maggio del 1983, avverando la profezia del terzo segreto, ma non fino in fondo?