Eliseo bis. Strada spianata per Sarkozy

di Gennaro Malgieri
Pubblicato il 17 Maggio 2011 - 20:22 OLTRE 6 MESI FA

PARIGI – A Roma per una volta il sesso in politica non tira. Si sa, quella roba lì non vuole pensieri. E di pensieri, tanto Silvio Berlusconi che il suo entourage, ne hanno fin sopra i capelli dal pomeriggio di lunedì. Se lo ricorderanno nei mesi che verranno come il giorno più terribile dal 1994. A Parigi, invece, lo choc che si vive non è meno politico, ancorché condito di elettricità sessuale che ha fatto cortocircuitare i palazzi del potere dove da tempo si sta preparando la successione a Nicolas Sarkozy.

La cattura di Dominique Strauss-Kahn a New York ha fatto saltare tutti i parametri, lasciando nudi i sostenitori del solo possibile competitore dell’attuale inquilino dell’Eliseo. Depressione primaverile nelle redazioni dei grandi giornali e nei club finanziari: chi ingaggerà la grande battaglia il prossimo aprile con il deperito gollista guerrafondaio?

Adesso la politica francese, almeno nello schieramento dell’opposizione, deve ridisegnarsi. Ma non è questo che impensierisce i cugini d’Oltralpe. Curiosamente il loro isteronazionalismo esce a pezzi da questa vicenda. Va bene il gallismo, ma una violenza sessuale (ipotetica, fino a prova contraria, naturalmente) è intollerabile anche se DSK era noto come un assatanato: lo hanno provato le sue assistenti, le sue tre mogli regolarmente tradite, qualche giornalista avventurosa recatasi da sola in un ufficio deserto ed una quantità si ragazze, giovani e meno giovani, ben liete di compiacere questo gourmet della gnocca. Quando era parlamentare, i commessi dell’Assemblea nazionale non facevano altro che recapitargli bigliettini di colleghe estimatrici. E non c’era attività mondana che non lo vedesse al centro dell’attenzione muliebre. Questo per dire che DSK non aveva proprio bisogno di saltare addosso alla prima fanciulla che le capitasse a tiro.

Anche per questo i francesi sono sconcertati. E ancor più lo sono i socialisti che hanno perduto il loro campione che rischia, si dice, settant’anni di carcere, per un tentativo di stupro, nonché sequestro di persona ed un tentativo di rapporto orale che la cameriera del Sofitel avrebbe potuto tecnicamente stroncare immediatamente: con un deciso morso. Possiamo dire che almeno quest’ultima ipotesi di imputazione ci convince poco?

Yasmine Reza, la più seducente ed intrigante narratrice parigina, semmai lo aveva programmato, non potrà più scrivere il reportage su quella che sarebbe stata la più formidabile cavalcata presidenziale degli ultimi decenni, quella di Dominique Strauss-Kahn: possiamo soltanto immaginarlo e ci dispiace non leggerlo. Lo fece, con entusiasmo, senza stimarlo politicamente, ma curiosamente avvinta da lui, per Nicolas Sarkozy e venne fuori lo scintillante L’alba, la sera o la notte. Dedicato, guarda un po’, ad un misterioso “G.” che altri non era se non l’adorato Dominique, come ha rivelato un’anonima Cassandra, nel recente DSK. Les secretes d’un présidentiable.

Stuoli di cuori infranti sulla via dell’Eliseo lascia il tombeur de femmes scivolato su un peccato imperdonabile nella suite del Sofitel in Time Square. E gli amanti del pettegolezzo, i consumatori di storie rosa e hard, gli origlianti alle porte del potere dove i segreti di alcova si mescolano a quelli della finanza resteranno a secco in quella che prometteva essere una stagione scintillante. Come è triste Parigi tra Faubourg-Saint-Honoré ed il Marais.

Ma DSK ha lasciato anche un partito in gramaglie. Dopo la scomparsa di François Mitterrand, il Ps non è più riuscito a riprendersi. È pur vero che era inimitabile. Gran politico, amante delle lettere, amatore infaticabile. Guardateli un po’ i suoi successori (che mi perdoni dall’al di là a definirli così). Velleitari, arroganti, piuttosto sprovveduti i “nuovi” dirigenti socialisti, archiviati Rocard e Jospin per manifesta incapacità, hanno costruito figurine da lanciare in qualche avventata polemica contro il gollismo che ha saputo rinnovarsi nel tempo – anche se nessuno prevedeva la sua crisi con l’avvento di Sarkozy – non certo buone per arpionare la Quinta Repubblica ed impadronirsene.

Il declino di Sarkozy da qualche mese faceva comunque ben sperare. Ed ecco spuntare in un firmamento piuttosto povero l’astro a lungo atteso: Dominique Strauss-Kahn, politico, economista, già ministro e parlamentare, direttore del Fmi, seduttore in servizio permanente effettivo. Ricchissimo. Come sua moglie, l’affascinante anchorwoman Anne Sinclair, icona della gauche caviar, sistemata a Place des Vosges, ma tanti francesi (non tutti di sinistra) già la vedevano première dame all’Eliseo, preferita all’algida Carlà. La terza moglie, forse la più amata, certo la più tollerante, nell’immaginario francese incarna una popolare smagliante, ma non una sofisticate lady: perfetta per il ruolo che avrebbe dovuto ricoprire.

Ed ora, sui poveri socialisti pesa proprio l’eredità di Mitterrand che non ha lasciato disposizioni testamentarie circa i suoi possibili successori ed ha incarnato una certa idea della Francia irripetibile, anzi perfino incomprensibile da chi non ha ancora deciso chi e come rappresentare, distraendo l’elettorato tipico della sinistra e gettandolo nel marasma. Tanto Ségolène Royale, sconfitta quattro anni fa, che Martine Aubry, segretaria del partito, infatti, non sembrano avere molte possibilità di successo alle presidenziali del prossimo anno. La carta di riserva resta il sempiterno François Hollande, già compagno di Ségolène, che cerca la rivincita contro le donne che lo hanno estromesso dalla segreteria e per molte brutte figure rimediate. È dimagrito, è diventato più gradevole esteticamente: resta povero di idee, legato ad una certa visione del socialismo che perfino i frequentatori di Bofinger della Terza Internazionale faticherebbero a comprendere.

Insomma i socialisti, perduto DSK, hanno ripreso a giocare ai quattro cantoni, nella speranza che venga fuori un giovane outsider a toglierli dall’imbarazzo. Nelle redazioni dei giornali parigini ci si chiede se la perdita dell’Eliseo valeva lo “sfizio” sessuale, sempre che il delitto sia stato consumato: il dubbio è doveroso fino alla prova inconfutabile, come fanno sapere i garantisti francesi tra i quali non si possono annoverare coloro che nell’Ump e nel Front National, scommettevano sulla caduta del vigoroso, ma non virtuoso, “presidenziabile”, conoscendo bene i vizi che hanno accompagnato la sua eccezionale carriera. I veleni, in queste ore, si mescolano alla morale per quanto mescolata a pietà o pena. Uno stupro, tentato o riuscito, infatti, è uno stupro, un delitto infame, abominevole. Ed il Ps non può tollerarlo. Elaborato il lutto, prenderà le distanze.

Intanto Sarkozy sa che davanti a lui, avendo già battuto Ségolène, non potranno che esserci il suo ex-marito o la Aubry. Non gli fanno paura. A differenza di quell’angelo biondo di Marine Le Pen che agita i sonni del presidente contro il quale sta conducendo una campagna senza esclusione di colpi, forte di sondaggi che la danno qualche lunghezza avanti a lui, nonostante la campagna di Libia e, da qualche ora, lo scandalo del Sofitel.

Aver detto che tutti sapevano quali fossero le inclinazioni di DSK e nonostante questo averlo mandato al Fondo Monetario, è stato un colpo di teatro molto apprezzato dai francesi assestato dalla Le Pen tanto ai gollisti che ai socialisti. Questi poi, neppure di fronte all’evidenza di un uomo antropologicamente distante dalla tradizione del Ps, amante della bella vita e frequentatore del capitalismo internazionale, non per motivi istituzionali, hanno pensato che non sarebbe stato particolarmente apprezzato dai militanti.

Infatti, i sondaggi dicevano che il suo blocco elettorale era più quello sarkozyano che post-mitterrandiano. Un tema polemico di sicura presa per la leader del Front National che si presenta con la discrezione di cui difettano il suo competitore in carica e quello che poteva esserlo.

Tanto per dire, la sua vita sobria è stata segnata anche dalle dimissioni del compagno, Louis Aliot, da segretario generale del partito, il quale è tornato in Haute-Garonne ad esercitare la professione di avvocato: lei lo raggiunge tutti i fine settimana nell’abitazione che hanno acquistato con un mutuo. A Parigi si dice che anche i socialisti abbiano apprezzato i costumi morigerati della figlia del fondatore dell’estrema destra francese. Ed il paragone con quelli sibariti di DSK viene spontaneo.