Raiset e la bufala del Berlusconi “salvatore d’Europa”

di Giuseppe Giulietti
Pubblicato il 11 Maggio 2010 - 18:07| Aggiornato il 21 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Le opinioni al posto dei fatti, questa potrebbe essere la sottotitolazione che potrebbero utilizzare quasi tutte le reti del polo RaiSet, quasi fosse uno spot, un segno di riconoscimento e di identificazione delle testate che vogliono bene al presidente del Consiglio e cioè al loro proprietario ed editore.

Non passa sera ed edizione di tg, nelle quali il nuovo slogan non trovi puntuale, entusiastica e persino commovente applicazione.

In questo tripudio di sentimenti e di spontaneo servilismo ci ha particolarmente colpito la notizia relativa alle decisioni assunte da Obama e dalla Banca Centrale Europea per fronteggiare la crisi.

Nei tg italiani del polo RaiSet, con pochissime eccezioni, ha trovato ampio spazio un comunicato scritto da un impiegato di palazzo Chigi per ringraziare il capoufficio dello stesso palazzo che avrebbe svolto un ruolo determinante nella intera vicenda, convincendo Obama e tutta l’Europa a seguire i suoi consigli. I più berlusconiani, veri e propri arditi del padrone, sono arrivati a inserire la clamorosa bufala persino nei titoli.

Perché bufala? Perché di questo ruolo determinante non c’è traccia. Non ne parla alcun giornale straniero, non viene riportato in alcun comunicato delle istituzioni internazionali, e persino Obama non cita mai l’Italia tra i paesi consultati durante le trattative, mentre si fa esplicito cenno al ruolo della Germania, della Francia, della Gran Bretagna, e in qualche fonte, per la verità poche, persino della Spagna e per ovvie ragioni della Grecia.

Non si tratta di cercare il pelo nell’uovo, ma di contrastare una sorta di post giornalismo che ritiene ormai normale dare sempre e comunque le veline berlusconiane a prescindere dalla loro veridicità, in questi casi siamo in presenza di opinioni separate dai fatti, anzi di opinioni che sostituiscono i fatti, che prescindono dai fatti, anzi, ancora meglio, che creano fatti inesistenti.

Altrove questi episodi sarebbero confinati tra le brevi o troverebbero spazio limitato e persino qualche editoriale ironico scritto da un direttore liberale che proverebbe orrore per simili idiozie, indegne di un paese civile, alle prese con una crisi insidiosa e tutt’altro che vicina alla soluzione.

Da noi non è così, perché quella bufala è andata in onda a reti semi unificate, è stata ascoltata da milioni di cittadini, per alcuni potrebbe essere diventata una verità.

“E’ la stampa bellezza..”, ringhierà il solito cinico amico, in questo caso la citazione sarebbe tuttavia impropria e meglio sarebbe sostituirla con una più italica o italiota: “È il conflitto di interessi bellezza..”, grazie al quale si può persino inventare una notizia e renderla verosimile attraverso la sua ossessiva ripetizione.

Del resto mettetevi nei panni di quel povero direttore che dovrebbe cestinare la nota di Palazzo Chigi, quello già si imbestialiva e minacciava quando era solo il presidente del consiglio, figuriamoci adesso che ricopre anche l’incarico di ministro ad interim per le comunicazioni, altro che editto bulgaro! Meglio non rischiare, anzi meglio prevenire.

La prossima volta la notizia sarà data così: “Il direttore e tutta la redazione del nostro tg ringraziano Silvio Berlusconi per aver costretto l’Onu, l’Unione Europea, la Banca Centrale, e il presidente Obama ad ascoltare i consigli della Italia, risolvendo così la crisi economica, i conflitti internazionali, la crisi energetica, la fame nel mondo, il dramma della calvizie. Invitiamo i nostri ascoltatori a fare altrettanto…”

Questo sarebbe un bel gesto, una iniziativa coraggiosa e anticonformista, alla faccia di quei disfattisti, malpancisti, malmostosi, da Roberto Saviano a Eugenio Scalfari, che non vogliono sfilare,orgogliosi e commossi, sotto il balcone mediatico di palazzo Chigi.