La crisi, i giornali e il piacere del rito laico del mattino

Pubblicato il 13 Marzo 2009 - 21:19| Aggiornato il 17 Settembre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Si fa un gran parlare, e con ragione, della crisi dei giornali quotidiani, soprattutto negli Stati Uniti, ma non solo. Anche qui da noi non si scherza.

La gente, colpita dalla tempesta finanziaria, ha tagliato spese di ogni tipo, compresa quella minuscola che serviva ad acquistare il  giornale. Di qui le previsioni apocalittiche secondo cui il giornale cartaceo è destinato a scomparire, principalmente perché le notizie si trovano a iosa e gratuite su Internet.

Si capisce come si possa rinunciare all’acquisto del giornale cartaceo per risparmiare, in un periodo in cui la gente  risparmia su tutto.

Più difficile capire coloro  che pensano di sostituirlo totalmente con un marchingegno tecnologico che sposerebbe il giornale a Internet, una sorta di foglio di plastica che si aggiornerebbe automaticamente 24 ore al giorno. Non avrebbe un costo anche quello? E non sarebbe tale costo probabilmente più alto di quello del vecchio, caro giornale che si compra in edicola? E inoltre, come sarebbe ripartito, tra editore e distributore del contenuto  (la società telefonica, ad esempio) il ricavo?

Non solo. Avere tra le mani il giornale nuovo di zecca e sfogliarlo pagina per pagina non è meglio che dover armeggiare con una sua arcana incarnazione elettronica?

C’è poi chi di giornali ne compra (ne comprava) più di uno, compiendo quello che Hegel definiva ”il rito laico del mattino”: un viaggio appassionante tra pagine fresche di stampa.  Su questo punto, c’è da dire, il foglio elettronico può in teoria ospiatare quanti giornali uno vuole.

Si dice: ora che c’è la crisi,  tutto questo finirà, il destino del giornale cartaceo è segnato. Ma la crisi non durerà in eterno (non è successo nemmeno con quella del 1929, almeno finora molto peggiore dell’attuale), e quando finirà gli appassionati della carta stampata potrebbero tornare al supremo piacere di sfogliarne le pagine.

Naturalmente, la sfida di Internet con i suoi siti gratis e ancor di più i siti ”aggregatori” che compendiano le notizie e con link ipertestuali rimandano il lettore all’articolo originale sarà difficile da arginare ed il futuro sorride loro.

C’è da chiedersi però se, nonostante la valanga di notizie internettiane, o forse proprio per il loro numero straripante, una volta passati questi tempi bui la gente non ricominci a comprare il suo vecchio amico cartaceo per leggerselo in metropolitana, sulla panchina di un parco, o a colazione quando il giornale viene recapiato a casa.  Iniziativa, questa, che dovrebbe essere sempre più diffusa, anche perché il recapito è gratuito.