Conte l’antidolorifico che non cura, Meloni e Salvini il placebo. Per un paese allucinato

di Lucio Fero
Pubblicato il 4 Giugno 2020 - 10:18| Aggiornato il 6 Giugno 2020 OLTRE 6 MESI FA
Giuseppe Conte l'antidolorifico che non cura, Meloni e Salvini il placebo. Per un paese allucinato

Conte l’antidolorifico che non cura, Meloni e Salvini il placebo. Per un paese allucinato (nella foto Ansa, Meloni e Salvini alla manifestazione del 2 giugno)

ROMA – Conte, l’antidolorifico che non cura. Conte, cioè un governo che imbottisce (quando va bene e comunque con estrema lentezza) il paese di sussidi, bonus, prestiti, promesse…

Sussidi, prestiti, bonus…decine e decine di miliardi in viaggio lento verso ogni categoria e settore economico e sociale. A settembre effetto svanito: novanta miliardi circa usati con la logica e la funzione dell’antidolorifico, lenire i sintomi, abbassare il dolore e lasciare intatto il perché del dolore e della sofferenza.

Conte, che non sappia o non possa andare oltre la somministrazione (non di rado solo verbale) di antidolorifici, questo è qui e oggi insieme al suo governo. Arrivassero i miliardi dalla Ue, la cifra di questo governo sarebbe distribuirli in pillole casa per casa. Alleviare il dolore per un posto di lavoro che si perde magari con un reddito di emergenza. Alleviare il dolore per un negozio che chiude, magari tenendolo in vita artificialmente altri sei mesi. Alleviare il dolore di un’azienda che va fuori mercato, magari pre pensionando. 

Mettere l’economia italiana sotto analgesico, finché dura. E’ questo l’orizzonte culturale ed operativo del governo. In armonia con la tradizione ormai pluri decennale di governi italiani di ogni tipo: fare nulla per cambiare i connotati a ciò che non va (produttività, formazione, fisco, spesa pubblica, giustizia civile, Pubblica Amministrazione…) e spendere tutto il possibile per il make-up di ogni bruttura.

Conte governa con il sostegno primario e fondamentale di M5S, formazione politica, gruppo di eletti ed elettorato che appunto concepisce Stato e governi come grandi lenitori, come eterni ed universali anti dolorifici. Punto. Niente altro.

Quale sia l’eventuale patologia economica M5S per definizione e statuto non può voler sapere, scoprirebbe altrimenti lo scandalo e la fatica di interessi sociali contrapposti e inconciliabili con la predicazione secondo cui tutti i cittadini hanno sempre ragione, anche e soprattutto quando vogliono l’uno il contrario e l’inconciliabile con ciò che vuole l’altro.

Conte governa con il sostegno decisivo del Pd, formazione politica, gruppo di eletti ed elettorato che si immagina e si auto descrive come capace e competente per una diagnosi e terapia dell’ammaloramento economico. Ma in realtà non è vero, quella che spesso richiama il Pd è solo tradizione dispersa. Sul piano economico e sociale la vista lunga del Pd non va oltre il cosiddetto “aprire un tavolo” o “aprire un cantiere di idee”. Il che vuol dire concordare preventivamente con tutti e soprattutto assicurare tutti che ce ne sarà per tutti.

Quando arriveranno, quando saranno disponibili i miliardi della Ue, quando si tratterà di guarire economia e società e non solo di distribuire pillole e pilloloni di analgesico, allora sarà scoperto il bluff di questo governo. Che è poi un bluff, il bluff italiano.

I miliardi della Ue e anche e soprattutto ovviamente gli investimenti dei privati e anche e soprattutto ancora i flussi dell’economia reale arriveranno in Italia sulla base di programmi concreti. E programmi concreti vuol dire scelte. E scelte vuol dire questo sì, questo no. E scegliere vuol dire non potersi garantire consenso preventivo e non poter spartire tra tutti. Tutte cose che la politica italiana, i governi italiani che si succedono l’un dopo l’altro da almeno 30 anni, la gente, l’elettorato, l’opinione pubblica e le lobby italiane non sanno e/o si rifiutano di fare.

Ragion per cui Giorgia Meloni ha ragione, anzi ragionisssima nel definire l’ultima conferenza stampa di Conte premier “un catalogo di merci in commercio da tempo”, merci annunciate e che mai arrivano. Meloni ha ragione nel definire Conte un mister “valuteremo”. E’ la cifra del premier quella della prudenza che lima e lima i problemi e, limando limando, si illude di ridurli in trucioli. 

Lima peraltro quasi sempre immaginaria quella di Conte. Conte, premier con una evidente tendenza all’impotenza dotta e forbita. Alla realtà edulcorata, anzi di più. Alla chiacchiera gentile ed educata, molto da circolo buono di cittadina di provincia, dove, mentre ci si rispetta e ci si omaggia, un po’ e anche più di un po’ ci si intorta.

Conte e il suo governo e i suoi Decreti almeno fin qui solo antidolorifici i cui effetti scadranno a settembre.

Allora chi? Meloni e Salvini? Se Conte e il governo M5s-Pd sono l’antidolorifico che non cura, Meloni e Salvini sono l’effetto placebo. Acqua e zucchero in monodose e anche in formato gigante: l’Italia non ha bisogno di niente e nessuno, i miliardi ci sono quanti ne vuoi, è solo colpa del governo incapace e della banche voraci e feroci, zero tasse per tutti e così lo Stato ha più soldi per tutti, il resto d’Europa e perché no del mondo, non aspetta altro che un nostro pugno sul tavolo per comprare il nostro debito a interesse zero…

Milioni di italiani si bevono, anzi si gonfiano come otri di questa acqua e zucchero e si procurano così da tempo un diabete cultural-politico contro cui non c’è insulina culturale che valga.

Perché il paese tutto è abbondantemente allucinato. Chi viveva e vive di attività autonome, botteghe e piccole aziende, guarda in cagnesco chi vive di stipendio. Chi vive di stipendio comincia ad accusare chi vive di impresa e bottega di alzare i prezzi e prendere alla gola i salari. Tutti, proprio tutto, attendono di essere risarciti di tutto. E sono pronti, in caso contrario, a gridare al diritto negato.

La gran parte, se non la totalità, attende in realtà che sia ripristinato il tutto come prima. Nessuno, a partire da Conte e passando per Meloni e Salvini e attraversando sindacati, partiti, associazioni, professioni e arrivando al signor Rossi e alla signora Bianchi, nessuno davvero sa come e vuole davvero modificare e smontare produttività bassa, fisco storto, welfare sbilenco, scuola e università che sformano invece di formare, Pubblica Amministrazione irresponsabile e ostile di fatto alla cittadinanza, giustizia civile penale inapplicate e impraticabili, infarto progressivo delle infrastrutture (strade, ponti, ferrovie, porti, banda larga…). Tutti vivono l’allucinazione nella quale andrà tutto…come prima.