ROMA – Avrò letto poco, di certo non tutti i giornali, ma uno solo se ne è accorto ed è Roberto Giovannini su La Stampa. Si è accorto che spostare da fine 2015 alla prima metà del 2016 le pensioni in parte almeno “defornerizzate” non è un rinvio o un ritardo, è un appuntamento calibrato dentro una strategia coerente. E aggiungiamoci quel che Giovannini non dice perché alla sua cronaca intelligente non spetta: solo con questa strategia e questo calendario di azione di governo si spiega il via libera di Renzi alle primarie Pd per il sindaco di Milano e Roma e Napoli e dovunque partito voglia.
Partiamo dalla coda, dalle elezioni amministrative appunto fissate per maggio prossimo a Milano, Torino, Bologna, Napoli e presumibilmente Roma. Ovunque Matteo Renzi benissimo messo non sta. Forse senza problemi Torino e Bologna, forse. Di certo a rischio sconfitta Milano, Roma e Napoli. A Milano e Roma una lista anti Renzi vestita da lista di sinistra (Marino ne è tentato, Civati e Fassina ne sono entusiasti) possono egregiamente funzionare da garanzia che al Nord sia sindaco l’uomo o la donna scelti da Salvini e che nella capitale il sindaco sia uomo o donna Cinque Stelle. “Compagni anti Renzi” a parte, le prospettive elettorali a Milano, Roma, Napoli sono per il Pd rispettivamente difficili, improbabili, inafferrabili. Dunque sullo scacchiere delle amministrative Renzi sta messo male.
L’occhio pigro dell’informazione politica e della politica in televisione o sulle agenzie di stampa questo lo vede, però crede di vedere che la battaglia sarà sui candidati. Tradotto: se Renzi inventa i candidati giusti…se non li inventa…Se le primarie si fanno, non si fanno, chi o cosa ne esce…
L’occhio pigro: Renzi la battaglia delle amministrative non la combatterà sul fronte dei candidati sindaci. Conterà certamente il chi e il come ma non sarà quello il fronte principale. Renzi cercherà, e non megalomania, di comunicare all’elettorato delle grandi città che a primavera prossima scelgono il sindaco che il vero candidato è…Matteo Renzi. Non per megalomania ma per una legge fondamentale della politica: non si forza laddove il terreno è molle e il piede affonda, si aggira e si getta ponte su cui far passare…
Passare cosa? Tre cose saranno la campagna elettorale di Renzi per le amministrative 2016.
Prima: l’abolizione della tassa sulla prima casa. Berlusconi ci vinse un’elezione. Adesso l’effetto sarà minore ma sarà alto impatto, alto effetto.
Seconda: quel mezzo milione di italiani mediamente giovani che fino a ieri vivevano di contratti precari e ogni sei/nove mesi si ricominciava e ora hanno un contratto stabile. Non sono nuovi posti di lavoro ma sono posti di lavoro mentre prima erano lavoro e basta. Mezzo milione almeno e relative famiglie spesso in formazione. Avrà effetto elettorale? Chi lo sa? Nessuno pensa neanche lontanamente a sondarlo.
Terza: una legge Fornero riveduta, corretta, allentata. Da piazzare a ridosso del voto la possibilità non per tutti ma per molti di andare a certe condizioni in pensione prima dei 66 anni.
Via la Tasi e l’Imu, contratti stabili e pensioni “defornerizzate” in parte: se con questi tre argomenti e mosse convinci l’elettorato, allora a Milano, Roma e Napoli per vincere hai l’obbligo di candidati sindaci decenti ma non ci vuole un incrocio tra Superman, San Francesco e Giovanna d’Arco. Se invece l’elettorato non lo convinci e smuovi con niente Tasi e Imu, contratti stabile in pensione prima dei 66…allora perdi Roma, puoi perdere Milano, Napoli…e tutto il cucuzzaro.