Emanuela Orlandi e il fratello Pietro quel pomeriggio maledetto: dalle carte giudiziarie contraddizioni e nuove verità

di Pino Nicotri
Pubblicato il 23 Ottobre 2023 - 10:54
emanuela orlandi

Foto Ansa

Emanuela Orlandi 40 anni dopo. Dalle vecchie carte giudiziarie del mistero Orlandi emergono altri documenti. 

Uno di essi dimostra che Pietro Orlandi avrebbe dovuto andare a prendere Emanuela all’uscita dalla scuola di musica, ma forse per pigrizia o distrazione sta di fatto che NON c’è andato.

E’ evidente che se invece fosse andato a riportarla a casa Emanuela NON sarebbe scomparsa. Ma andiamo per ordine. Sono interessanti i seguenti documenti.

1) – il verbale della testimonianza resa il 2 agosto 1983 alla Terza Sezione del Reparto Operativo della Legione dei Carabinieri dall’allora fidanzata di Pietro Orlandi, la studentessa universitaria di Scienze naturali Anna Graziano.
Di fatto smentisce due punti della vulgata che va per la maggiore. Pietro quel maledetto pomeriggio del 22 giugno 1983 avrebbe dovuto infatti NON accompagnarla alla scuola di musica, come invece ha sempre sostenuto, ma ANDARLA A PRENDERE. Cosa che invece NON ha fatto. E’ lapalissiano che se invece fosse andata a prenderla Emanuela NON sarebbe sparita.

2) – alcune lettere anonime, una delle quali inviata, come si legge sulla sua busta,  il 19 agosto “all’ufficio della tributaria delle guardie di finanza di Roma” e le altre al magistrato Domenico Sica, che si occupava del caso Orlandi dopo avere sostituito Margherita Gerunda.

La giudice fu messa da parte perché voleva indagare sulla pista amical familiare essendo convinta che il “rapimento per lo scambio con Alì Agca” – il fanatico turco musulmano che nell’81 aveva attentato alla vita di Papa Wojtyla sparandogli in piazza S. Piero  – fosse solo una gigantesca bufala. Come in seguito è stato DIMOSTRATO dai FATTI. Oggi parleremo solo della testimonianza dell’allora fidanzata di Pietro Orlandi, che dopo qualche tempo sposò invece un’altra donna, Patrizia Marinucci. Delle lettere anonime, decisamente interessanti, parleremo tra qualche giorno con un articolo a parte.

Il verbale della fidanzata smentisce implicitamente un paio di particolari, il primo dei quali non di poco interesse. Eccone infatti il contenuto:

“Sono la fidanzata di Pietro Orlandi fratello di Emanuela da circa tre anni. Sono abitudinaria della famiglia Orlandi da un anno e mezzo circa e ho avuto modo di conoscere bene tutti i componenti della famiglia.  Emanuela per il periodo che io l’ho conosciuta frequentava essenzialmente solo gli amici della parrocchia Sant’Anna, ove si recava due volte la settimana sia per fare catechismo e anche per incontrarsi con i soliti amici“.

“I miei rapporti con Emanuela erano improntati al solo fatto che frequentavo il fratello. Non siamo mai uscite sole. Che io sappia Emanuela non frequentava nessun ragazzo esclusi quelli della parrocchia Sant’Anna e della scuola di musica. Sono sicura che Emanuela fosse molto contenta della vita che svolgeva. Anzitutto perché svolgeva attività che le piacevano“.

“Né in casa né io personalmente ho mai sentito che qualcuno avesse offerto del lavoro a Emanuela. Emanuela era molto scherzosa persino con i genitori e non mi è sembrata mai giù di morale. L’ultima volta che l’ho vista è stato il giorno della scomparsa. Credo verso le ore 12:45 circa, quando sono salita in casa e lei era lì. Dopo 10 minuti sono andata via da sola”.

1) – Il primo particolare smentito implicitamente dalla Graziano è la famosa offerta di lavoro di pubblicità dei prodotti di bellezza Avon da fare durante una sfilata di moda.

La fidanzata di Pietro afferma infatti di non avere mai sentito parlare, né in casa tra gli Orlandi né detto a lei, di offerte di lavoro fatte a Emanuela, compresa quindi quella per la Avon.

Offerta che secondo la versione ufficiale le sarebbe stata fatta mentre andava a piedi alla scuola vaticana di musica  Ludovico da Victoria di piazza S. Apollinare, e della quale una volta finite le lezioni avrebbe parlato al telefono con la sorella Federica. Argomento già poco chiaro perché se Federica dice una cosa ecco che Raffaella Monzi, compagna di Emanuela alla scuola di musica, ne dice  una del tutto diversa.

Come se non bastasse, ne dice un’altra ancora il giovane poliziotto Giulio Gangi, da poco ai servizi segreti civili SISDE come semplice uditore, innamorato non corrisposto di Monica Meneguzzi, che ha chiesto il suo aiuto per le indagini sulla scomparsa.

Federica ha raccontato che Emanuela al telefono le ha detto che l’uomo della Avon: 

“Mi ha promesso 375.000 lire per distribuire per un paio d’ore pubblicità dei prodotti di bellezza della Avon durante una sfilata delle sorelle Fontana al salone Borromini, in corso Vittorio Emanuele… Viene all’uscita della scuola per sapere se mamma mi dà il permesso”.

Raffaella Monzi ha invece raccontato che:

“L’Emanuela ha precisato che aveva trovato tale lavoro, insieme a una sua amica, senza precisarne il nome, a una sfilata, senza chiarire che tipo di sfilata era”.

Strano che Emanuela andasse a sfilate di moda. In ogni caso stando a quanto ha dichiarato la Monzi il lavoro le era già stato offerto giorni prima e non nel pomeriggio del 22 giugno, giorno della scomparsa.

Nella relazione di Gangi al SISDE la versione cambia ancora. Al punto 3 leggiamo infatti:

“Federica Orlandi, sorella della scomparsa, riferisce che Emanuela ha telefonato sull’utenza della loro abitazione per farsi accompagnare dai genitori o dal fratello Pietro a un appuntamento con un “signore” il quale, fermandola per strada, le aveva proposto di distribuire, durante una sfilata di moda, dei volantini della Avon (società di cosmetici) in cambio di 375.000 lire“.

“Visto che i genitori e il fratello Pietro al momento non erano reperibili, Federica le ha consigliato di lasciar perdere. Emanuela l’ha rassicurata dicendo che, una volta giunta a casa, ne avrebbe parlato con i genitori per farsi accompagnare all’appuntamento”.

Da notare che quanto raccontato da Federica a Gangi – e da questi riferito al SISDE – esclude quindi tassativamente che Emanuela avesse intenzione di aspettare in loco anziché tornare a casa. Vale a dire, esclude  che ci sia stato un adescamento e annesso rapimento di Emanuela in paziente attesa.

Insomma, in ogni caso la faccenda dell’offerta di lavoro per la Avon in casa Orlandi è stata ovviamente discussa in lungo e in largo. Ma la fidanzata di Pietro non ne ha mai sentito parlare. Né tra di loro in casa degli Orlandi né  detto a lei dal suo fidanzato da tre anni Pietro né detto a lei da un altro familiare.

A conti fatti, pare una brutta versione in formato ridotto di “Uno, nessuno e centomila” di Luigi Pirandello.

2) – Il secondo particolare smentito implicitamente da Anna Graziano è la nota affermazione del suo fidanzato che non  accompagnò nel pomeriggio Emanuela alla scuola di musica perché aveva un appuntamento con Anna. Nella sua testimonianza infatti Anna NON fa nessun cenno a un tale appuntamento. Neppure quando specifica di essere uscita da casa Orlandi poco prima delle ore 13.

Inoltre Maria Cristina Orlandi, la sorella minore di Emanuela e Pietro, ha smentito la versione  di suo fratello Pietro secondo la quale avrebbe dovuto accompagnarla lui, in moto, alla scuola di musica.

Maria Cristina infatti il 12 novembre 2008, interrogata dai sostituti procuratori Simona Maisto e Roberto Staffa, ha affermato a verbale che Pietro non doveva portare Emanuela alla scuola di musica, bensì andarla a prendere. Anche se forse solo per accompagnarla ai vicini giardini di Castel Sant’Angelo dove l’aspettavano la sorella minore Maria Cristina e amici abitanti anche loro in  Vaticano.

Se Pietro fosse andato a prendere Emanuela al Da Victoria alla fine delle lezioni di musica è evidente che Emanuela NON sarebbe scomparsa.

Con un comprensibile e inconscio processo di rimozione, Pietro forse ricorda male per il rimorso di non essere andato a prenderla e per quanto di conseguenza è purtroppo avvenuto.

In ogni caso, il FATTO che Emanuela sia stata lasciata andare e venire da sola dalla scuola di musica, distante quasi tre chilometri in autobus e poco più della metà prendendo una scorciatoia a piedi perché quel giorno c’era lo sciopero dei mezzi almeno nel primo pomeriggio, cozza pesantemente contro l’asserito timore molto diffuso in Vaticano di pericolo di rapimenti di suoi abitanti.

Infatti: se questo timore c’era davvero ed era così diffuso perché Emanuela è stata lasciata andare e venire da sola?Per giunta in un pomeriggio di sciopero dei mezzi pubblici e quindi di sua lunga camminata a piedi.