Emanuela Orlandi pedina di un complotto contro Papa Francesco

di Pino Nicotri
Pubblicato il 12 Novembre 2020 - 12:20 OLTRE 6 MESI FA
Emanuela Orlandi pedina di un complotto contro Papa Francesco

Emanuela Orlandi pedina di un complotto contro Papa Francesco

“Buongiorno, Nicotri, Come sta? Si ricorda cosa le ho detto mesi or sono?” Ha inizio con queste parole una lunga telefonata dal Vaticano.

Emanuela Orlandi usata per infangare Papa Francesco? La telefonata da un alto prelato della Santa Sede ha come punto d’arrivo una tesi. Che l’obiettivo della imminente nuova fase della quasi quarantennale saga attorno alla scomparsa di Emanuela Orlandi è contribuire a buttare fango su Papa Francesco.

Il prelato ci va giù pesante sulla teoria del complotto, facendo anche nomi. Che per il momento almeno mi astengo dal diffondere. La trama ovviamente è molto più grande, sfiora l’Amministrazione Usa, coinvolge altri alti prelati. Però, stando a quel che sostiene il mio interlocutore, anche Pietro Orlandi ci sarebbe coinvolto, probabilmente come inconsapevole pedina.

La telefonata mi giunge inaspettata. La foga del mio interlocutore mi sorprende.

“Però lei non mi ha preso sul serio perché non ha scritto nulla in merito. In merito cioè al fatto che riguardo la famosa storia della “tomba di Emanuela” nel Campo Santo Teutonico e, prima ancora, la grottesca storia delle “ossa di Emanuela” nella Nunziatura Apostolica di via Po a Roma,  più che cercare la verità si tratta di ben altro. Si tratta cioè, nei fatti e a prescindere dalle intenzioni, di mettere in cattiva luce e in difficoltà Papa Francesco, da qualche tempo fatto segno alle più disparate manovre compresa la pretesa che si dimetta”.

La seguo. Continui pure.

“Pretesa che vede in prima linea don Carlo Maria Viganò. Che, come lei stesso ha scritto, s’è inventato un episodio dello stesso giorno della scomparsa di Emanuela Orlandi che lui dice di avere appreso mentre era in Vaticano e che gettava sospetti e discredito sulla Segreteria di Stato. E quindi oggi su Papa Francesco, a dire dei suoi nemici reo di tenere anche lui nascosto quell’episodio”.

In effetti è risultato che il racconto di Viganò era assolutamente impossibile. E non solo  perché non era affatto in Vaticano bensì in Polonia.

“Per non parlare dell’ergastolano per delitti di mafia Pippo Calò, il primo e finora unico nome che sia stato citato il 19 aprile di due anni fa in tv come fonte riguardo la fine di Emanuela e che lui dice di avere appreso da suoi informatori.

Come possa avere informatori mentre è chiuso in regime di isolamento del 41 bis è un bel mistero. Ma non basta.

È stato anche detto che tali “fonti confidenziali” hanno detto che Emanuela è sepolta in Vaticano. Ipotesi peraltro fatta, caro Nicotri, ben prima nel primo o nel secondo dei suoi tre libri sul mistero Orlandi. Qualcuno li legge anche per estrarne farneticazioni come farina del proprio sacco”.

Guardi, per quanto riguarda Pippo Calò mi sono informato in vari modi con molta discrezione e pazienza. Del caso Orlandi non sa assolutamente nulla. Ma lo userebbe volentieri per poter avere qualche vantaggio che gli allievi il regime di 41 bis.

“Non ne dubitavo. Neanche un po’. E, come se non bastasse, per fare buon peso si vuole accusare papa Francesco di tenere nascosta anche la verità sulla strage delle guardie  svizzere del 4 maggio ’98.

Riguardo la sua telefonata di tempo fa, sì, sì, ricordo, certo, ricordo bene, Eminenza. Ma la pandemia ha scatenato un pandemonio, mi scusi il gioco di parole, e sono stato molto preso soprattutto da questa tragedia non solo nazionale.

“A volte lei, Nicotri, è o fa l’ingenuo. Questa menzogna trova le porte spalancate, ed è sempre l’intero malsano argomento delle responsabilità dirette di qualcuno del Vaticano per la scomparsa della ragazza e del Papa attuale perché terrebbe anche lui nascosta la verità. Qualcuno mette strane pulci nelle orecchie di Pietro Orlandi. Al quale qualcuno in Vaticano e dintorni in qualche modo, di riffa o di raffa, dà corda. Con l’aggiunta della strage delle guardie svizzere”.

Beh, sì, potrebbe essere.

Però l’avvocato di Pietro Orlandi sostiene invece a gran voce che in Vaticano trova un muro. Anzi, due. Papa Francesco non consegna il dossier “risolutivo” che a detta di Pietro Orlandi, sia pure su basi non molto credibili, contiene la verità sulla fine di Emanuela ma giace ben chiuso in quale cassaforte. E la magistratura vaticana nicchia o le dice poco o nulla sulle indagini riguardo la faccenda del cimitero teutonico.

“Un muro? Ma se la magistratura vaticana ha aperto loro due tombe anziché solo quella “sospettata”. Più spazio di così! Ben strano modo di non essere presi in considerazione. Ma di che si lamentano? Hanno allagato con la loro presenza e farneticazioni i mass media per giorni e giorni, altro che muri”.

L’apertura delle due tombe potrebbe essere stato un modo per smentire alla grande Pietro Orlandi, dato che certamente si sapeva che erano vuote, mettendolo così definitivamente fuori gioco. In ogni caso l’avvocatessa sostiene che nicchiano. E direi non a torto.

“Anche il nicchiare e il dire poco o nulla, oppure il solo sostenere che nicchiano e tacciono pur se magari non è vero, può servire a tenere in vita il romanzone a tinte fosche col quale si cerca di mettere in cattiva luce ora Papa Francesco. Ormai si è arrivati ad accusarlo di voler spaccare la Chiesa. Oltre che di essere comunista e favorevole al riconoscimento delle unioni omosessuali.

Lo hanno perfino accusato di maschilismo perché ha iniziato la sua enciclica con la parole “Fratelli tutti” evitando di citare le sorelle tutte, cioè le donne. Il lato strano di questa asserita omissione maschilista è che proviene da gente che non s’è mai neppure accorta della stranezza della parola “patria”: patria e non “matria””

Terra cioè dei padri, senza mai citare le madri. Altro che fratelli tutti!

“Esatto. La pressione contro il Santo Padre è aumentata da quando non si è piegato alla pretesa del Segretario di Stato USA Mike Pompeo di interruzione del dialogo con la Cina. Ora a lanciare e raccogliere di queste ridicole accuse ci si mette anche più di un opinionista e di un giornale italiano. Ovviamente patrioti. Molto patrioti”.