Recovery fund sbloccato, arrivano i soldi ma con i pecioni del covid chissà

di Bruno Tucci
Pubblicato il 11 Novembre 2020 - 11:49 OLTRE 6 MESI FA
Recovery fund sbloccato, arrivano i soldi ma con i pecioni del covid chissà (nella foto il ministro Roberto Speranza)

Recovery fund sbloccato, arrivano i soldi ma con i pecioni del covid chissà (nella foto il ministro Roberto Speranza)T

Che Paese è mai questo se mancano addirittura le dosi per il vaccino antinfluenzale? Ricordate?

Recovery Fund in arrivo, ma come faremo con questa gente qui? Alla fine dell’estate i virologi all’unisono (e non solo) avevano raccomandato di difendersi soprattutto dall’epidemia della stagione invernale. Come? Andando dal medico di base. I farmaci arriveranno. E sarà indispensabile per non dire obbligatorio immunizzarsi, in special modo per gli ultrasettantenni. I “vecchi”, ma anche il resto della popolazione non hanno dimenticato la preghiera degli scienziati e dello stesso governo. Però, al dunque, ecco un altro flop. Incredibile, se volete, ma vero.

Mancano 15 milioni di dosi. Si continua a telefonare al nostro medico di base e la risposta è sempre la stessa: “Non abbiamo le scorte, sono tutte finite”. È desolante il sondaggio che un quotidiano della Capitale ha fatto al riguardo. Ogni settimana provengono dal Ministero dalle 20 alle 30 “razioni” di medicinale che finiscono in una mattinata e poi?

Allora ci si chiede: se all’inizio di settembre si riteneva che vaccinarsi contro l’influenza era necessario, come mai a metà novembre non possiamo ottemperare a quello che era quasi considerato un obbligo? Perché si è arrivati impreparati anche a questo appuntamento che non può considerarsi uno tsunami (come il Covid), ma una piaga che dobbiamo sopportare ogni inverno?

È naturale che a questo punto i due problemi si colleghino e la gente cominci a interrogarsi. E a nutrire un po’ meno quella fiducia indispensabile che si deve dare alle autorità sanitarie e politiche. Se anche in un caso che avviene periodicamente in inverno il Paese non riesce a risolvere il problema, che cosa pensare quando si avrà la possibilità di vaccinarsi contro il coronavirus? D’accordo, è ancora una data non vicina, ma è chiaro che la gente cominci a nutrire dubbi sul futuro e sulla possibilità di combattere e vincere il virus.

Pandemia che anche ieri ha fatto sentire forte la sua voce con oltre 35 mila nuovi casi e 58 decessi, cifra elevatissima che riporta alla mente una data, quella  dello scorso 14 aprile. “Bisogna far presto”, gli ospedali sono al collasso”, sostiene il consulente del ministero della salute Walter Ricciardi.

Che fa il governo? Chiude a singhiozzi, studia, temporeggia. “Voglio evitare un lockdown generale”, spiega il presidente del Consiglio. E aggiunge: “Sarebbe un disastro per la nostra economia”. Così, si va avanti con il tricolore delle regioni. Dopo quelle di cui si conosce il destino, oggi si aggiungeranno come arancioni l’Abbruzzo, la Basilicata, l’Umbria, la Liguria e la Toscana. Mentre rimangono in lista di attesa (solo per pochissimo tempo) l’Emilia, il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e la “misteriosa” Campania.  Circolano in ambienti bene infornati due date fondamentali: il 13 e il 17 novembre.

La prima disporrebbe altre chiusure a macchia di leopardo. La seconda per un lockdown totale. Tutto dipenderà dalle cifre e dagli indicatori che arriveranno al ministero competente. Indicatori? E’ un altro termine che dà la stura a diverse discussioni. “Sono troppi”, tuonano da destra. “Ne basterebbero soltanto due: la lotta al vaccino a la crisi degli ospedali”.

Notizie confortanti non ce ne sono? Si, una, molto importante,  sul Recovery fund. L’Europa ha finalmente risolto l’ostacolo che impediva al Recovery Fund di distribuire danaro ai Paesi che ne avevano bisogno. In Italia dovrebbero arrivare 209 miliardi. Attenzione: i soldi del Recovery Fund si dovranno spendere con molta oculatezza se non vogliamo far impallidire i nostri vicini e se desideriamo, soprattutto, tornare ad essere quelli di una volta. Una Nazione credibile e con tanta storia alle spalle.