Genoa e Torino salve, Palermo in B, Lazio-Samp 2-0

di Renzo Parodi
Pubblicato il 12 Maggio 2013 - 15:57 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Gli anticipi dell’ora di pranzo emettono sentenze definitive, Genoa e Torino – grazie a due pareggi con Inter e Chievo – sono salve, il Palermo retrocede in serie B. Scende di categoria anche il Siena, prima ancora di giocare a Napoli, nel pomeriggio. Il Palermo, esce battuto a Firenze da un gol dell’ex, Luca Toni, che rilancia la Fiorentina in chiave Champions League. In attesa del match serale tra Milan e Roma la squadra di Montella accorcia la sua classifica, a un punto dai rossoneri.

Prova d’orgoglio della squadra di Sannino che fino all’ultimo giro di cronometro ha tentato di risalire la corrente. Il Palermo cade in serie B, vittima delle strampalate decisioni del suo presidente, che aveva licenziato Sannino dopo appena tre giornate (non è il suo record personale, in passato Pioli lo aveva liquidato prima ancora che il campionato iniziasse), aveva assunto Gasperini, lo aveva cacciato per affidarsi a Malesani per richiamare infine dopo pochissime giornate il redivivo Sannino che è riuscito almeno a rimettere in corsa una squadra ormai rassegnata. Se il presidente mangiallenatori imparerà la lezione sarà già una grande cosa. Zamparini strologa di ricorsi legali contro non si sa bene chi. Se il presidente del Palermo ha le prove di combine e intrallazzi vada di corsa dal procuratore Palazzi e li denunci. Altrimenti accetti il verdetto del campo e mediti, semmai, sui suoi errori, reiterati e marchiani.

Il Genoa un mese sembrava spacciato, si è rimesso in corsa con la vittoria di Verona sul Chievo e i tre punti presi agevolmente al già condannato Pescara. Preziosi ha avuto miglior sorte di Zamparini, pure lui si era divertito a giocare con i suoi allenatori: De Canio poi Delneri, infine Ballardini che ha centrato l’obiettivo-salvezza. La rivoluzione di gennaio (nove giocatori acquisiti) aveva rimesso in sesto una squadra sbagliata, ma ancora una volta il presidente rossoblù ha dimostrato di non capire che non è stravolgendo ogni anno l’organico che si costruisce una squadra più competitiva. Come lo scorso anno, il Genoa alla fine di mille triboli ha raggiunto la salvezza, ottenendo la più lunga permanenza in serie A del secondo dopoguerra: sette stagioni, come già accadde nel periodo 1953-1960. Ma adesso basta scherzare col fuoco. Preziosi si scelga un allenatore nel quale crede (gira il nome di Zeman), riorganizzi lo staff tecnico (come ds il nome è quello di Pantaleo Corvino, ex Fiorentina) e difenda le proprie scelte fino in fondo. E la smetta di rimescolare nel pentolone, il calcio non è il Monopoli. Cambiare 15-20 giocatori a stagione è un gioco pericoloso che prima o poi presenta il conto, salato.

L’Inter a Marassi ha fatto quel che ha potuto, falcidiata com’è dall’epidemia di infortuni che ne ha condizionato il cammino. Stramaccioni ha dichiarato di essere comunque grato a Moratti anche se, putacaso, decidesse di esonerarlo. L’eventualità sembra lontana ma non va esclusa. Mazzarri sarebbe il nome giusto per rilanciare la Beneamata, purché Moratti fosse disposto ad investimenti massicci immediati, ipotesi non proprio caldissima. E Mazzarri pretende di lottare subito per lo scudetto. L’Inter ha perso cinque delle ultime sette partite di campionato, ha infilato 15 sconfitte in totale e ha fallito persino la qualificazione nell’Europa “piccola”, quella che non porta denari. Ma sarebbe ingeneroso giudicare Stramaccioni alla stregua di un fallito, le circostanze non lo hanno assistito, la squadra si è disgregata poco a poc, martoriata dagli infortuni. Se Moratti lo confermerà, deve sapere che non potrà chiedergli di competere subito ai massimi livelli.. Le rifondazioni – e l’Inter non può che ripartire dopo aver fatto tabula rasa – esigono tempo e pazienza. L’Inter e la sua esigente tifoseria non sono precisamente famosi per la capacità di sopportare e attendere giorni migliori. Scelga Moratti se vuole puntare sulla gallina oggi oppure raccogliere l’uovo domani, o magari dopodomani.

Chievo e Torino si sono divise la posta (1-1, gol di Thereau, che andrà alla Fiorentina, e rigore di Cerci) e i granata si sono assicurati la salvezza. Grande lavoro di Corini e Ventura eppure la conferma dei sue tecnici non sembra automatica come dovrebbe. Corini parlerà con Campedelli e Sartori per conoscere i loro programmi e se li accetterà, sarà confermato. Ventura ha perso punti a causa del finale in calando della sua squadra e Cairo sta pensando ad una alternativa. Evidentemente il patron granata non ha ben chiaro che Ventura ha realizzato un’impresa guidando in porto una squadra senza stelle (a parte Cerci che potrebbe tornare a Firenze), composta di onesti calciatori e nulla più. E’ chiaro che nel nostro calcio neppure i miracoli bastano a guadagnarsi l’applauso.

Napoli-Siena 2-1. Il risultato (vittoria in rimonta con le reti di Grillo, Cavani e Hamsik) è l’ultima cosa che conta nel pomeriggio agrodolce al San Paolo. Aria di congedo per Cavani (due pali, il 28esimo gol in campionato, è il capocannoniere) e forse Mazzarri, apparso visibilmente commosso dai festeggiamenti dei tifosi per il secondo posto che vale la Champion. Il Napoli non ha conteso fino al’ultimo il titolo alla Juve ma ha disputato una grande stagione, vanta il miglior attacco del campionato e la seconda migliore difesa. Mica poco.

Il Matador ha voglia di cambiare aria, Manchester City e Real Madrid se lo contendono ma se lo vorranno, dovranno versare al Napoli fino all’ultimo dei 63 milioni di euro previsti dalla clausola liberatoria. De Laurentiis non farà sconti. Neppure a Mazzarri che in settimana dovrà rispondere all’offerta, sontuosa, del presidente: quasi sette milioni netti per due stagioni o poco meno di dieci se il tecnico accettasse di legarsi al Napoli fino al 2016. Improbabile, in carriera Mazzarri non si è mai impegnato per più di una stagione alla volta, massimo due. De Laurentiis ha pronta l’alternativa al tecnico di San Vincenzo, almeno nelle intenzioni lo rimpiazzerebbe volentieri con Guidolin, il quale tuttavia ha confidato di voler restare a Udine: E allora? In caso di divorzio,il Napoli dovrà rivolgersi altrove. Frulla in mente al ds Bigon un colpo a sorpresa, che risponde al nome di Manuel Pellegrini, tecnico cileno del Malaga. A lui starebbero pensando anche il Chelsea (se Mourinho dovesse sganciarsi dagli impegni verbali presi con Abramovich) e la Roma. Altro nome papabile per la panchina del Napoli, quello di Stefano Pioli , legato al Bologna che non sarebbe felicissimo di liberarlo. Vedremo. Mazzarri attende notizie da Milano e soprattutto da Roma, la pista più calda. Improbabile la riconferma di Andreazzoli, è lui la prima scelta di Baldini e Sabatini. Impervie viceversa le strade che portano a Milano, se il Milan centra la qualificazione ai preliminari di Champions, Allegri potrà far valere il contratto che lo lega al Diavolo fino al 2014 e ottenere un prolungamento. Berlusconi non lo stima granché, ma i risultati sono dalla sua parte e il lavorio diplomatico di Galliani ha prodotto i migliori effetti. Sul’altra sponda meneghina, la conferma di Stramaccioni non sembra in dubbio, lo ha ribadito il ds Ausilio, prima della gara col Genoa. Possiamo fidarci? Io scommetto di sì.

Una parola sul Siena che coltiva giustificati rimpianti. Senza il pesantissimo -6 di partenza sarebbe stato in piena corsa per salvarsi. Per carità, i peccati si scontano, tuttavia una domanda sorge spontanea. Che fine ha fatto l’inchiesta sportiva sui presunti illeciti in Lazio-Genoa e Lazio-Lecce? Ormai è chiaro che se ne riparlerà, a livello di eventuali sanzioni, per la prossima stagione. Come dicevano i padri latini: Dura lex, sed lex. Anzi, no: Summus ius, summa iniuria.

Lazio-Sampdoria 2-0. Udinese-Atalanta 2-1. Lotta continua per il quinto posto che vale l’Europa. Lazio e Udinese fanno il pieno negli impegni casalinghi contro Sampdoria e Atalanta. Due punti di vantaggio conservano i friulani che nell’ultimo turno faranno visita ad un’Inter ormai senza stimoli né traguardi, inchiodata ad un mediocre nono posto. La cattiva notizia è la distorsione al ginocchio rimediata dal bomber (vicecapocannoniere con 22 gol). In dubbio il suo recupero per Milano e non è un dettaglio da poco. I biancazzurri giocheranno in trasferta contro il Cagliari pure lui ormai sazio. La finale di Coppa Italia, ossia il derby contro la Roma, diventa a questo punto dirimente per entrambe le romane. Chi si aggiudica la coppa Nazionale stacca anche l’ultimo biglietto per l’Europa League. Meglio che niente.

A Udine, il solito di Natale ha salvato la patria “furlana” segnando una doppietta in rimonta che ha annullato il gol di Grillo per un Siena entrato in campo già condannato alla serie B. Guidolin ha ricevuto l’ovazione dei suoi tifosi e promesso,m in camera caritatis, di non abbandonare la barca bianconera. Avrà più ampi poteri in termini tecnici, sarà una sorta di piccolo Ferguson del Friuli, a conferma della lungimiranza della dirigenza dei Pozzo. In mezzo a tante inutili chiacchiere i patron dell’Udinese sono stati in grado di varare e rendere operativo il progetto per la ristrutturazione dello stadio Friuli, che in una sola stagione, la prossima, sarà riedificato con capienza ridotta (25mila posti) e sarà pronto per la stagione 2014/2015. un record. Se sarà Europa, si giocherà a Bologna.

Sampdoria e Atalanta, già salve, hanno come si dice onorato i rispettivi impegni. Delio Rossi – che in settimana discuterà il rinnovo del contratto, ha ricevuto un’offerta per un biennale da un milione e cento a stagione – ha schierato sei facce nuove e la Sampdoria si è ben comportata, tenendo testa ad una squadra molto più attrezzata e motivata. La Sampdoria ha avuto sfortuna, terzo legno colpito in tre partite, stavolta da Icardi, e una buona circolazione di palla. Ha subito il rigore del 2-0 (molto dubbio) in pieno recupero, quando era rimasta in dieci per l’espulsione di Renan. Resta che da dieci partite la squadra non vince e ha raccolto appena 4 punti. Si chiuderà a Marassi ospitando la Juventus campione d’Italia e avrà l’occasione per regalare una gioia ai suoi tifosi, sottoposti a continue docce scozzesi. Prima con Ferrara e poi con Rossi in panchina. Salvarsi era l’imperativo categorico per una neopromossa e l’obiettivo è stato raggiunto. Analogo discorso vale per l’Atalanta, come la Sampdoria partita col l’handicap (ma -2 contro il -1 dei blucerchiati) e messasi al sicuro già da qualche settimana. Colantuono ha fatto un buon lavoro, valorizzato giovani interessanti (Bonaventura, 7 gol) e ora si augura che la società non venda l’ariete Denis (15 gol, cinque su rigore) che piace a molti club, Fiorentina in testa.

Parma-Bologna 0-2. Pleonastico ma vero il derby dell’Emilia tra due squadre sazie che tuttavia non rinunciano a giocare. Partita vera, dunque, indirizzata subito dal gol di Taider che porta avanti il Bologna e prepara il raddoppio nel finale di Moscardelli. Stranezze del calcio, il Bologna veniva da due sonore sconfitte, 6-0 a Roma con la Lazio, 3-0 in casa col Napoli. Sembrava una squadra alla deriva e invece è risorta. Il Parma attacca a sbatte contro un portiere, il semisconosciuto Stojanovic, che non fa rimpiangere né Curci né Agliardi, anzi nella circostanza dimostra di valere più di loro. Pioli sa mettere in campo la sua squadra, un collettivo molto solido e organizzato, che si avvale di un solista sopraffino, Diamanti, e si regge sull’oscuro lavoro di Taider, Krihn, Garics, Christodoulopoulos, Sorensen. Comprimari ma affidabilissimi. In avanti agisce il solo Gabbiadini, talento ancora un po’ acerbo ma sicuro, difatti il suo cartellino è della Juve. Il Parma ha spinto con vigore per l’intera partita, faticando a farsi largo tra le maglie strette degli avversari. Donadoni ha schierato Biabiany, Amauri, Belfodil, poi Palladino, senza cavare un ragno dal buco. Due buon squadre, Parma e Bologna, guidate con mano sicura de tecnici giovani ma già esperti. Bella partita guastata dai cori reciproci delle due tifoserie. Insulti, naturalmente, secondo i peggiori copioni. Ma abbiamo visto di peggio e dunque accontentiamoci. Il calcio, in Italia, si è ridotto a questo.