Rifiuti, inceneritori: Salvini stavolta fa il ministro. Di Maio inorridisce e strepita

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 16 Novembre 2018 - 10:19 OLTRE 6 MESI FA
Rifiuti, inceneritori: Salvini stavolta fa il ministro. Di Maio inorridisce e strepita (foto Ansa)

Rifiuti, inceneritori: Salvini stavolta fa il ministro. Di Maio inorridisce e strepita (foto Ansa)

ROMA – Rifiuti, inceneritori: Salvini stavolta ha fatto il ministro. Cioè ha fatto, ha parlato da persona responsabile e investita di responsabilità. Ha detto cose serie e concrete. Ha fatto il ministro Salvini perché h avuto il “coraggio” (parola sua) di dire cose che non piacciono, che non lisciano il pelo alla pubblica opinione più o meno organizzata. Ha fatto il ministro Salvini, ha detto qualcosa da ministro, da governante di un paese vero e non immaginario. Da governante e non da comiziante ha parlato a Napoli di rifiuti e inceneritori.

Salvini ha detto a De Magistris sindaco di Napoli: i rifiuti se non li bruci o valorizzi in appositi impianti che fai li mangi? Magari fosse solo De Magistris in Italia a inventare la religione e a praticare la liturgia del rifiuto che sparisce da solo invocando i riti e i canti e le invocazioni alquanto magici del ciclo dei rifiuti appunto.

Gran parte d’Italia non solo del Sud (vedi Roma) è avvintamente prigioniera del dogma: mai un inceneritore o un termovalorizzatore o comunque un impianto che tratta e smaltisce rifiuti sotto casa mia, nella mia zona, nel mio Comune, Provincia, Regione. Fa nulla che nel resto del mondo e anche d’Italia gli impianti che trattano e valorizzano rifiuti ci siano, funzionino, portino soldi e risolvano problemi. Fa nulla, non conta.

Come non conta dimostrare o provare a farlo della non nocività per l’ambiente di questi impianti. Nocivi o no che siano, quel che qui importa è l’assioma popolare e populista costruito intorno ai rifiuti. L’assioma secondo il quale mai termovalorizzatori o simili poggia su un iniziale rifiuto della realtà. L’idea popolare e populista è che si possa produrre rifiuti senza accollarsi il problema di dove e come metterli, smaltirli, trasformarli.

La politica, i governi locali hanno colpevolmente alimentato e coccolato questa assurdità popolare e populista. Roma ad esempio produce molti più rifiuti di quanti ne smaltisca. ma pubblica opinione e politica tutta si sono sempre rifiutati di mettere in piedi termovalorizzatori e simili. Prima accettando il sistema discariche, molto più inquinante e nocivo. Poi accettando di pagare fior di tasse/tariffe per mandare i rifiuti in altre Regioni o all’estero. Fatalisticamente aspettando che il rifiuto sparisca da solo.

In Campania il ciclo dei rifiuti reali e non immaginario è di nuovo al collasso. A gennaio si rischia grosso l’emergenza sanitaria. E Salvini lo ha detto, ha detto: ci vorrebbero i termovalorizzatori. Nella Campania che rigurgita veleni dalle discariche abusive e non smaltisce ecoballe (montagne di rifiuti imballati e coperti) che sono diventate parte del paesaggio ci vorrebbe qualcosa di concreto che realizzi un ciclo dei rifiuti concreto con una vera stazione finale, appunto il termovalorizzatore.

Salvini ha detto una cosa seria, vera. Non proprio popolare, per nulla populista. E quindi Di Maio è inorridito. A Roma, nel gergo romanesco diventato un po’ italiano corrente, il termine giusto è: ha sclerato. Di Maio di fronte a questo Salvini…se lo sarebbe mangiato: “termovalorizzatori, non c’entrano una beneamata ceppa, non sono nel contratto di governo”. Ma l’orrore di Di Maio si coglie appieno se si apprezza il suo sgomento e sdegno non tanto e non solo verso i termovalirizzatori, quanto verso questa botta di responsabilità di governo che Salvini si è concesso. La responsabilità di governo cosa diversa e non sempre coincidente con la propaganda di casa: questo inorridisce Di Maio. Lo inorridisce perché semplicemente non comprende e non accetta la differenza.

E tutto M5S è insorto. Contro Salvini, contro i termovalorizzatori. Contro l’idea stessa, per loro blasfema, che si debba dire ai cittadini che hanno il diritto a produrre rifiuti ma hanno anche come comunità l’onere e il dovere di smaltirli.

Salvini ha detto che non è serio, credibile, utile e sano pensare di poter rifiutare i rifiuti. Uno sfregio, autentico sfregio inciso con le lame della realtà e della responsabilità sulla ideologia, cultura e narrazione M5S per cui se popolo rifiuta…rifiuto sparisce.