Berlusconi ha le visioni e dice: “Merito nostro lo Start 2”

di Sergio Carli
Pubblicato il 10 Aprile 2010 - 19:58| Aggiornato il 21 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi, lunedì arriverà a Washington per partecipare insieme con un’altra quarantina di capi di Stato e di governo all’ambizioso summit sulla sicurezza nucleare convocato dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama.

 

Obama, Berlusconi, Medvedev, la storica foto

 

Nel clima di vigilia e in evidente stato di euforia, il presidente del Consiglio è tornato oggi a rivendicare come “un successo significativo della politica estera italiana” la firma giovedì a Praga del trattato Start 2 tra Usa e Russia per la riduzione degli arsenali atomici.

Gli piace l’idea di giocare al grande Talleyrand o Metterniche e, parlando a Parma, a un parttuglione di industriali riuniti per osannarlo, come aveva fatto nel giorno stesso dell’intesa, Berlusconi ha ricordato il suo impegno personale nel “ricucire” tra Washington e Mosca dopo il ‘gelo’ degli ultimi anni dell’era Bush alla Casa Bianca.

Invece di raccontare le solite barzellette, ne ha inventato una nuova, ricordando dopo il cambio di presidenza negli Usa, “nel G20 di Londra ricordate la fotografia nella quale io, sorridendo, tenevo insieme i due presidenti? Ottenni la rassicurazione che avrebbero ripreso a parlare. Dissi loro ‘non vi ricevero’ al G8 in Italia se prima non avrete siglato un accordo nel segno della riduzione delle armi”.

Questo genere di storie, di solito, lo raccontavano i commessi viaggiatori di una volta, quando rivedevano gli amici il sabato sera al bar e abbagliavano gli astanti con il racconto delle loro mirabolanti imprese erotiche con casalinghe più o meno disperate.

Questa volta l’uditorio era più elevato come censo, non si sa come cultura: certo pochi dei presenti leggono i giornali al di fuori delle rassegne stampa e comunque nessuno ha ricordato, o ha avuto il coraggio di farlo la storia di quella foto. Vogliamo rinfrescarci la memoria?

Scena: Londra, tutti i capi di stato presenti, ospiti della regina Elisabetta, si dispongono su più file, come si fa verso la fine dell’anno scolastico, per la foto ricordo.

Foto scattata, rompete le righe. Si sente la vocina di Berlusconi che invoca:”Mister Obama! Mister Obama!”.

La regina si gira di scatto, stizzita come fanno i vecchi quando un rumore inatteso li sorprende e chiede a Obama, che si trova proprio accanto a lei chi sia quel maleducato:  «What is this, what does he have to shout?» (Che succede? cos’ha da gridare?).

Cosa voleva Berlusconi? Voleva una foto ricordo, pensando forse, con la sua solita lungimiranza e preveggenza, che prima o poi gli sarebbe tornata utile. La foto parla da sé: è di quelle che si fanno in occasione di scampagnate, feste tra amici o gite scolastiche. Berlusconi è tra Obama e Medvedev. Il presidente russo, all’epoca piuttosto cicciottello, non sembra avere complessi legati alla bassa statura e non teme il confronto dell’altissimo Obama. Berlusconi, come tutti sanno, della statura si è sempre fatto un cruccio e, per non apparire più basso di Obama è salito sulla panca. Medvedev ha l’aria un po’ imbarazzata di uno distolto da cose più importanti. Obama fa l’americano, col il pollice alzato in segno che tutto ok, ridendo soddisfatto perché siamo alla sua prima presa di contatto con i capi di stato di tujtto il mondo e forse pensa che poteva andargli peggio (tra poco si farà beccare in una delle sue gaffes più umilianti, mentre si inchina quasi a fargli il baciamano davanti al re dell’Arabia saudita).

Berlusconi è felice come un bambino in vacanza o come un gatto che ha mangiato il topo. Il topo in bocca in effetti ce l’ha, anche se poi si vedrà che era solo la coda. Era la prima volta che Berlusconi incontrava di persona Obama, dopo la gaffe di Mosca, quando in una conferenza stampa congiunta con Medvedev aveva dato dell’abbronzato a Obama. C’era stato un mezzo scandalo nelle cancellerie di tutto il mondo e forse Berlusconi temeva che il presidente americano lo avebbe preso a schiaffi.

Che si trattasse solo della coda del topo lo si capirà di lì a qualche mese, in occasione di un’altra parata di capi di Stato e di Governo, a Pittsburg, quando la freddezza manifestata verso Berlusconi dalla coppia Obama, Barack e Michelle, ha fatto capire a tutti il pericolo costituito dal gusto del mliardario Berlusconi a sfottere quei poveri burocrati della politica con i quali è costretto a conmfrontarsi sullo scenario internazionale.

A Parma, poi, Berlusconi ha dimenticato che le intenzioni che oggi ha attribuito a se stesso le aveva manifestate, con ben altra retorica, lo stesso Obama, pochi giorni dopo quella foto, a Praga, in un altro vertice, tra Ue e Usa.

Berlusconi smemorato ha detto ai plaudenti industriali: “Speriamo di vedere un mondo senza più l’incubo delle armi nucleari”.