Zanda rimprovera la Casellati: “Senatori tutti liberi, perché non ci hai difeso?”

di Sergio Carli
Pubblicato il 21 Agosto 2019 - 12:11 OLTRE 6 MESI FA

L’intervento di Zanda in Senato

ROMA – Luigi Zanda, tesoriere del Pd già capo gruppo al Senato, ha parlato per sei minuti dopo la misera orazione di Giuseppe Conte, colpendo diversi bersagli. Il suo è stato fra i migliori discorsi sentiti nell’aula del Senato martedì 20 agosto 2019. Non male anche Anna Maria Bernini, peccato che dietro di lei c’è Berlusconi, quello che ha abbandonato gli italiani in cambio della pace televisiva.

Zanda è entrato in politica politicante in età avanzata, a 61 anni, dopo una vita nel mondo della politica e dll’editoria (Espresso). Dice cose intelligenti e di buon senso, è in una parola l’anti demagogia. Questo lo ha reso più volte bersaglio dei grillini del M5s e del loro organo semi ufficiale, il Fatto quotidiano. Il che costituisce una ulteriore prova della ragionevolezza delle sue affermazioni e della sua intelligenza.

Il colpo più grosso Luigi Zanda lo ha riservato allo stesso Conte. Ma in apertura dei suoi 6 minuti di intervento ha dato una bella bacchettata anche alla presidentessa del Senato, rivolgendosi a lei come Signora Presidente, ulteriore prova di intelligenza e di rifiuto delle mode boldriniane che la avrebbero voluta forse chiamare Presidenta. Era accaduto pochi minuti prima che Matteo Salvini, nel suo discorso un po’ farloccato l’aveva sparata grossa dicendo che ci sono senatori liberi e senatori meno liberi.

Salvini non si riferiva a obbedienze occulte internazionali, né scozzesi né sovietiche. Per lui si trattava di una libertà più primordiale, quella dal bisogno. Nel caso specifico il bisogno era rappresentato dallo stipendio che verrà meno in caso di immediate elezioni per tutti i senatori e meno per sempre a quei tanti senatori del Movimento 5 stelle che, stando ai sondaggi, potrebbero non essere più rieletti e a quei tanti senatori del Pd di obbedienza Renzi che non saranno rieletti, pur a parità di voti e di seggi per il partito, con le nuove liste di candidati redatte dall’attuale segretario Nicola Zingaretti.

Salvini era stato un po’ ambiguo e poco chiaro e per interpretarlo in effetti mi ci è voluto qualche quarto d’ora. Ma la frase di Salvini, buttata lì così, col distinguo fra senatori liberi e non liberi avrebbe dovuto fare scattare la reazione della presidentessa Casellati, forse troppo assorbita dai cartelli e coretti del Pd, presa dal riflesso automatico di scampanellare come una brava maestra della Marca Trevigiana (meglio della Boldrini, certo, ma ci voleva poco), per rimarcare la frase offensiva, ancorché, in ultima analisi, piuttosto realistica.

Luigi Zanda glielo ha fatto notare, pare, dal video, senza ottenere grande soddisfazione né dalla Casellati né dai colleghi non del Pd. In realtà ha toccato un punto dolente. Che nessun altro abbia rilevato la gravità delle parole di Salvini è segno del degrado culturale e linguistico di questa generazione di politici e di italiani che li votano. D’altra parte, come ha notato la Bernini, atto fondante del Movimento 5 stelle è stato io verbo di Beppe Grillo, quel Vaffa che oggi 9 italiani su 10 girano Grillo e ai suoi.

La replica di Zanda a Conte è stata un piccolo capolavoro di sintesi e anche di buon senso. Sulle parole di Conte c’è poco da dire, in realtà. Mi sono parse come la reazione isterica di un uomo di mezza età, catapultato, nessuno ha ma capito in base a quale criteri o selezione, al ruolo di guida politica di un grande Paese di 60 milioni di abitanti. It’s long way to Tipperary…dice una vecchia canzone irlandese. It’s a long way anche da Bari, che è ben più grossa ma altrettanto distante dal paralleli di Parigi e Berlino.

In questi mesi Conte ha ingoiato di tutto. Ora, come quelle cognate o suocere che rompono gli argini del risentimento, si è esibito in una prestazione assai modesta di rinfacci che non mi è parsa degna di un capo di Governo. E Zanda dice: come fa Conte a prendersela con Salvini, dopo avere avallato e coperto per un anno e più tutti gli atti del suo ministro? Salvini avesse torto, come pensa Zanda, o ragione, come pensano almeno 6 italiani su 10, non rileva. Con che faccia viene oggi Conte a sputtanare Salvini? Un po’ di accortezza e di garbo, avvocato, suvvia…

L’intervento di Zanda: