Superbonus, siamo su Scherzi a parte o c’è davvero qualcuno in Parlamento che vorrebbe prorogarlo?

Il debito ha superato i cento miliardi di cui ne restano da pagare 80 in tranche da 20 miliardi ogni anno fino al 2027. Un bel guaio per un Paese che non naviga certo nell’oro e che ha dovuto fare e ripetere cento volte i conti per la manovra finanziaria

di Brun Tucci
Pubblicato il 17 Dicembre 2023 - 07:57
Superbonus, siamo su scherzi a parte o c’è davvero qualcuno in Parlamento che vorrebbe prorogarlo?

Superbonus, siamo su scherzi a parte o c’è davvero qualcuno in Parlamento che vorrebbe prorogarlo? Nella foto Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia

Siamo su scherzi a parte o c’è davvero qualcuno in Parlamento che vorrebbe prorogare il superbonus (più noto come il 110?).

Forse i favorevoli al Superbonus sono nel governo? Prima di considerare questa proposta diamo un’occhiata alle cifre.

Cioè a quanto è costato allo Stato (e quindi a noi) la legge fortemente voluta dal pluri presidente Giuseppe Conte.

Il debito ha superato i cento miliardi di cui ne restano da pagare 80 in tranche da 20 miliardi ogni anno fino al 2027. Un bel guaio per un Paese che non naviga certo nell’oro e che ha dovuto fare e ripetere cento volte i conti per la manovra finanziaria. 

Ora, se la richiesta fosse stata avanzata dal Pd e dai suoi accoliti non dovremmo meravigliarcene, perché l’abitudine dell’opposizione è quella di dire sempre no a tutto. Anche quando si tratta di idee che gioverebbero in ogni caso all’Italia. Invece, ecco la sorpresa, chi ha espresso il desiderio di andare avanti per qualche tempo con il 110 milita a Palazzo Chigi o, meglio, nei dintorni. Fratelli d’Italia (e quindi la Meloni) hanno subito respinto la richiesta, mentre la Lega è apparsa titubante e Forza Italia vedrebbe di buon occhio il rinvio. 

Rimanere perplessi è consentito? Essere sbalorditi anche? Certamente siamo nell’ambito di qualcosa che sfugge all’uomo della strada. Ma come? Abbiamo quasi gettato al vento cento miliardi e c’è ancora chi pensa in maniera positiva ad un progetto che ci ha reso sicuramente più poveri. Questo perché indebitare lo Stato vuol significare togliere soldi dalle tasche del contribuente, già perennemente afflitto dall’agenzia delle entrate. 

Quello che meraviglia è il fatto che a perorare la causa dl Superbonus sia maggiormente il partito creato da Silvio Berlusconi.

Se il Cavaliere fosse ancora vivo, questo stravagante suggerimento non sarebbe nemmeno nato. Però, i tempi sono cambiati, a Palazzo Chigi siede una donna (di cui fuori dai nostri confini) si dice un gran bene. L’alleanza per essere maggioranza è divisa in tre e non sempre fra le varie forze esiste una condivisione assoluta. Il precedente più significativo è stato quello delle tasse sugli extraprofitti delle banche osteggiato sempre da Forza Italia per bocca del suo attuale segretario, Antonio Tajani. 

In quella circostanza un minimo di ragione c’era, perché fra i vari istituti di credito italiani c’è naturalmente Mediolanum che, guarda caso, fa riferimento alla famiglia Berlusconi. Per il superbonus, invece? All’apparenza è un mistero, però sottotraccia, qualcosa deve pur esserci perché altrimenti non si capirebbe l’atteggiamento del segretario che è anche uno dei vice di Giorgia Meloni. 

Per fortuna, oltre al premier anche il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti ha risposto con un no secco, indebolendo coloro che nel suo stesso partito non disdegnavano la mossa. Siamo alla conclusione: per oltre l’ottanta per cento della gente intervistata il 110 non dovrebbe ancora aver vita per nessuna ragione, ma in Italia nulla è scontato e le trappole si nascondono dietro l’angolo.

Bisogna far presto a urlare: tana!