Fabrizio Corona: “Più forte dopo carcere. Poi quante donne diverse…”

di redazione Blitz
Pubblicato il 8 Luglio 2016 - 05:00 OLTRE 6 MESI FA
Fabrizio Corona: "Più forte dopo carcere. Poi quante donne diverse..."

Fabrizio Corona: “Più forte dopo carcere. Poi quante donne diverse…”

MILANO – Fabrizio Corona si racconta: “Sono cambiato, il carcere mi ha reso più forte. Ma sono un infelice di professione. Ho amato due o tre volte nella mia vita, Nina Moric follemente, anche Belen. Lei era gelosa di Nina, la più bella donna al mondo”. L’ex fotografo dei vip parla della sua vita di oggi, dopo due anni di carcere, in una intervista a Giancarlo Dotto per Diva e Donna.

Parla dell’amore per il padre Vittorio, noto fotografo e giornalista, “il mio idolo”.

Per guadagnare la stima di tuo padre hai sfidato il mondo. Questo ha fatto di te un nichilista puro. «Erano tutti burattini per me», scrivi.

«Assolutamente sì. In questo sono cambiato. Non sono più così nichilista da usare e sfruttare le persone. Anche se non sono molte le persone che stimo nel mondo della tv o dello spettacolo. I pochi amici, quelli che lavorano con me».

Non sei più quel nichilista fracassone…

«Ora cerco di costruire, cosa che prima non facevo. Cerco di gestire il mio carattere e gran parte delle tentazioni. Oggi me lo posso permettere».

In carcere ti è mancato il sesso?

«Moltissimo. In un modo indicibile».

Ti masturbavi?

«All’inizio no, poi ho preso a farlo. Non pensavo a nessuna in particolare. Lo facevo solo per  svuotarmi».

E quando sei uscito?

«Ho fatto una marea di sesso. Con più donne diverse».

Che mondo hai trovato?

«Bruttissimo. Peggiorato in tutto. Pieno di problemi, gente che per fare soldi è disposta a qualsiasi cosa. Nessuna novità, piattume assoluto. Guardo la mia città, Milano, la più bella del mondo, e la trovo inutile e vuota. (…) L’Italia è priva di talenti. Vedo pochissima cattiveria e voglia di fare. Uno dei simboli italiani oggi è Antonio Conte. Uno che, con scarsi mezzi tecnici, ma tanta voglia a tanto carattere, parte da Lecce e arriva al Chelsea, dove guadagna cifre esorbitanti, passando per la Juve e la Nazionale».

(…) Ce l’hai con quelli disposti a tutto per il denaro. Tu non eri e forse non sei da meno. Eri e forse sei una macchina per trasformare qualunque cosa in denaro. Anche la galera.

«Vero, ho fatto un business anche della galera. Ma c’è una differenza. La prima volta era troppo commerciale e volgare. Lì c’era il marchio Corona, l’idolo dei ragazzini, che mandava a fanculo i magistrati e si trombava le più belle fiche…».

In questo caso?

«Sono passati quasi dieci anni. Non c’è più quel Corona. C’è un’altra filosofia. C’è uno che si è rimboccato le mani per uscire vincente, più forte di prima. Uno che non insulta, ma racconta».

(…) Il senso della vita per Corona era diventare un uomo da copertina, guidare Bentley, fare sesso a rotta di collo.

«Ho avuto le donne più belle del mondo».

Oggi, il senso della vita?

«La voglia di lasciare il segno».

La galera non ti ha distrutto.

«Al contrario. Mi ha dato quella credibilità che non avrei mai avuto se non l’avessi fatta. Oggi sono considerato anche da un mondo che prima mi odiava. Esco fuori dopo quasi tre anni e, anziché essere un coglione sconfitto, sono più forte di prima, più potente di prima e guadagno più di prima. Questo, lavorando 20 ore al giorno».

Il sentimento che definisce più gli uomini è il disgusto.

«Mi disgustano i politici che vanno in televisione o in parlamento a raccontare belle cose e poi scopri che hanno vite scellerate e pensano solo ad arricchire».

Cosa vedi in Renzi?

«Uno che era partito bene ma poi, per vanità e voglia di apparire, ha perso completamente la strada».

Beppe Grillo.

«Lo stimo molto. Mi ha aiutato molto quando ero in carcere. Mi è stato vicino. I Cinquestelle sono l’unica, vera novità del palinsesto politico».

 

 

«Sono un infelice di professione. L’infelicità stessa che, poi, mi fa produrre cose geniali».

 

 

(…) Capitolo donne. Scrivi che hai sempre distinto sesso e amore.

«Ho amato due o tre volte nella mia vita. Non di più».

A Nina Moric dedichi le pagine più affettuose.

«Nina l’ho amata follemente. Anche Belen l’ho amata follemente. Due amori diversi».

A differenza della Moric, Belen quasi non la nomini nel libro. Una stoccata però gliela molli, quando magnifichi la bellezza della Moric e aggiungi tra parentesi «altro che Belen».

«Lei l’ha sempre sofferta questa cosa qui. Quando le dicevo che Nina era la più bella donna del mondo, impazziva di gelosia».

Un match titanico.

«Non scherziamo! Belen non nasce bella, lo diventa. Nina a vent’anni era già bellissima. Belen è altro, energia, sensualità, una che si mangiava il mondo. Molte volte è meglio essere così che come Nina».

Il tuo rapporto oggi con la Moric?

«Inesistente. Non ci parliamo. Se mi chiama non le rispondo».

Motivo?

«Abbiamo avuto problemi seri per via di Carlos quando stavo in galera».

 

(…) Ti sei mai detto «Questa volta non ce la posso fare»?

«Mai».

Dici così perché è la verità o perché non ti consenti di dirlo?

«Perché non mi consento di dirlo».