Brexit, piano bocciato da Ue. May: “Presto una nuova proposta sull’Irlanda”

Brexit, piano bocciato da Ue. May: “Presto una nuova proposta sull’Irlanda” (Foto Ansa)

SALISBURGO – L’accordo sulla Brexit non c’è. Il 20 settembre al vertice di Salisburgo l’Unione europea ha bocciato il piano di uscita proposto da Theresa May e ha fissato al prossimo ottobre il termine oltre il quale non sarà più disposta a negoziare. La May, messa alle strette, decide di mostrare un segnale di apertura e annuncia a breve una nuova proposta che tenga conto anche della questione spinosa dei confini con l’Irlanda.

Un vertice a 27 in cui tutti si sono mostrati compatti. Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, ha detto senza tanti giri di parole: “Non funzionerà. Siamo scettici e critici sulle proposte della Gran Bretagna, serve chiarezza e se non arriverà un segnale “concreto” entro il vertice europeo del prossimo ottobre, il summit straordinario del 17 e 18 novembre non verrà neppure convocato”.

Se non ci sarà un accordo, il prossimo 29 marzo 2019 la Brexit si farà e al modo dell’Europa. Un modo che, a Londra, non converrebbe certo. “Il vertice di ottobre sarà il momento della verità”, ha tagliato corto il presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker. Parole pronunciate nella consapevolezza che un ‘no deal’ sarebbe un danno per tutti. Ma anche sapendo che un cattivo accordo potrebbe essere altrettanto dannoso e avere ripercussioni sugli equilibri europei.

Il principale nodo, per un accordo Bruxelles-Londra, resta sempre lo stesso: i confini tra Irlanda e Irlanda del Nord e, a cascata, il mercato unico. Il premier britannico continua ad essere convinto che il suo piano sia “il più serio e concreto sul tavolo” ma, forte della possibilità di arrivare ad un vertice straordinario a novembre che può farle guadagnare un mese di tempo anche per lavorare sul fronte interno al suo partito, evita la linea dura. E lancia un ramoscello di ulivo, con una formula anch’essa studiata per prendere tempo: una nuova proposta sui confini dell’Irlanda “a breve”. Lasciando sempre aperta la porta del ‘no deal’.

Tutti “concordiamo – ha detto oggi lanciando la nuova proposta – sul fatto che non ci può essere un accordo” di divorzio “senza un backstop (la clausola di salvaguardia cioè per mantenere l’Irlanda del Nord all’interno delle regole dell’unione doganale in caso di mancato accordo) legalmente vincolante”, a garanzia del mantenimento di una frontiera aperta in Irlanda, solo che questo backstop non può separare l’Ulster dalla Gran Bretagna e “dividere il Regno Unito in due territori doganali”. Del resto al piano B, temuto in realtà da tutti, mercati compresi, è pronta anche l’Europa, e lo assicura Juncker, ostentando sicurezza: “Puntiamo a trovare un buon accordo, ma se non sarà possibile, siamo preparati anche a un ‘no deal’, don’t worry, be happy”.

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