Candidati Pdl alle regionali: l’effetto domino se D’Alema va in Europa

Pubblicato il 9 Novembre 2009 - 14:03 OLTRE 6 MESI FA

CicchittoAdesso che la “pratica” delle candidature per le elezioni regionali di marzo 2010 sta arrivando sul tavolo del faccia a faccia tra Berlusconi e Fini previsto per martedì 10, è più chiaro cosa intendeva Fabrizio Cicchitto quando legava la scelta del candidato del Pdl nel Lazio all’esito della candidatura di D’Alema a ministro degli esteri europeo. Non un patto, ma una conseguenza. Non uno scambio, ma un effetto domino. Se D’Alema ottiene quell’incarico, la “pedina” Tajani scivola via dall’Europa e ritorna in Italia. L’Italia infatti non può, per equilibri europei, avere sia D’Alema ministro degli esteri che Antonio Tajani commissario europeo.

Tajani diventa allora il candidato possibile del Pdl nel Lazio. Un candidato targato Forza Italia, al posto di Renata Polverini, segretaria dell’Ugl, candidata proveniente dall’area di An. In questo caso la componente di Forza Italia all’interno del Pdl “rinuncia” alla discussa candidatura di Cosentino in Campania. Al posto di Cosentino viene candidato in quella Regione un esponente Pdl targato An. Così Fini dovrebbe appunto rinunciare a una candidatura forte e di prestigio nel Lazio ma verrebbe “risarcito” dalla sparizione della candidatura Cosentino che crea non pochi imbarazzi dal momento che potrebbe essere presto inquisito per rapporti con il clan dei casalesi.

D’Alema c’entra perchè, se va in Europa, è il suo movimento che “sposta” Tajani. Ma nulla c’entra con gli accordi e le opportunità interne al Pdl. Pdl che deve ancora risolvere l’altra sua partita, quella con la Lega. Allo stato Bossi vuole un leghista candidato governatore in Veneto e in Piemonte e una vice presidenza in Lombardia, regione in cui si ricandida Formigoni. Berlusconi non ha mai detto no, La Russa ha pronunciato molti forse, a Fini sembra che Bossi abbia chiesto troppo. Come andrà a finire dipende anche e soprattutto da qualcosa che con le elezioni regionali c’entra nulla: cosa Berlusconi otterrà da Fini e Bossi sulle leggi che vuole sulla giustizia e, quindi, cosa Berlusconi riterrà opportuno dare in cambio della “soluzione finale” dei suoi processi.