Crisi Grecia: è definitivo, si va alle urne il 6 maggio

Pubblicato il 11 Aprile 2012 - 18:30 OLTRE 6 MESI FA

ATENE – Dopo giorni e giorni di discussioni e di ipotesi di lavoro sulla data dello svolgimento delle prossime elezioni legislative anticipate in Grecia, finalmente la data c'e': i greci andranno alle urne il 6 maggio prossimo. Stasera ha inizio ufficialmente la campagna elettorale in un clima di alta tensione con i partiti ancora in cerca di candidati per completare le liste elettorali.

La cosa non sarà facile vista l'indisponibilità delle persone a candidarsi, come ha scritto anche il Financial Times citando fonti vicine a Nea Dimocratia (centro-destra). "Il numero dei probabili candidati per i due partiti maggiori, soprattutto in provincia, e' stato ridotto. Professionisti rispettabili e validi dirigenti governativi respingono le proposte", ha detto al giornale un vecchio uomo politico di Nea Dimocratia.

L'affondamento dei due partiti maggiori e il rafforzamento dei partiti di sinistra, insieme con quelli che si esprimono contro il programma di risanamento del Paese deciso dai creditori internazionali della Grecia di comune accordo con il governo di salvezza nazionale, rende difficile ogni previsione riguardo il risultato delle urne.

Lo conferma l'ultimo sondaggio d'opinione condotto dalla Gpo per conto della stazione televisiva Mega da cui risulta che i due maggiori partiti che hanno governato il Paese dal 1974, anno della caduta della dittatura dei colonnelli fino ad oggi, superano a malapena il 30% (32,4%). Alle ultime elezioni del 2009 i due partiti, messi insieme, raggiunsero l'80% (77,39), ottenendo 251 seggi su 300.

Frattanto gia' salgono i toni del confronto fra i leader dei due maggiori partiti, Evanghelos Venizelos del socialista Pasok, e Antonis Samaras, di Nea Dimocratia, anche se tutti e due sanno benissimo che il risultato delle urne li costringerà a governare insieme il Paese. Il leader di Nea Dimocratia non perde occasione di chiedere agli elettori la maggioranza assoluta per poter governare "con le mani libere", come e' solito dire. Venizelos, da parte sua, lo accusa "di voler diventare a tutti i costi primo ministro e onnipotente", senza pero' fare il minimo cenno alle responsabilità del suo partito e del governo di Costas Karamanlis, del quale lo stesso Samaras faceva parte.

Venizelos, ribatte dal canto suo Giannis Michelakis, portavoce di Nea Dimocratia, era il più convinto sostenitore di Papandreou anche quanto l'ex premier annunciava il catastrofico referendum – poi evitato – sulla permanenza o meno della Grecia nell'eurozona.