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Donetsk, missile russo alla fermata d’autobus: 8 civili morti. E in Nagorno-Karabakh, Mosca pronta a “stabilizzare”

Donetsk, missile russo alla fermata d’autobus: 8 civili morti. In Ucraina un colpo d’artiglieria sparato dai russi ha colpito una fermata dell’autobus nella regione di Donetsk, nel Donbass, uccidendo almeno 8 persone, ferendone altre 4, tra cui tre bambini. Lo rende noto il governatore dell’oblast, citato dal Kiev Independent.

Donetsk, missile russo alla fermata d’autobus: 8 civili morti

La centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia occupata dalle forze russe, la più grande d’Europa, è “completamente fuori controllo”: lo afferma il direttore generale dell’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Grossi.

Torna ad infiammarsi la situazione nell’enclave contesa del Nagorno-Karabakh, dove una nuova escalation di violenza ha provocato la morte di due combattenti armeni e un azero, sollevando lo spettro della guerra del 2020.

Mobilitazione “parziale” in Nagorno Karabakh

Riaffiorano gli antichi dissapori fra l’Azerbaigian e l’Armenia che oggi si sono accusate a vicenda di avere violato la tregua, riaprendo antiche cicatrici non del tutto guarite, mentre la Russia, già pesantemente coinvolta nel conflitto ucraino, si è detta pronta ad intervenire e mediare tra le parti.

In serata il Nagorno-Karabakh ha annunciato “una mobilitazione parziale” ma ha aggiunto che la situazione era “relativamente stabile” e che “misure per stabilizzare la situazione” vengono prese assieme alle forze russe.

Mosca accusa le forze azere di aver violato il cessate il fuoco

Mosca da parte sua ha accusato “le forze armate azere di avere violato il cessate il fuoco e si è detta pronta a “stabilizzare” la situazione.

Armenia e Azerbaigian, acerrimi nemici, hanno combattuto due guerre – nel 2020 e negli anni ’90 – sulla regione azera del Nagorno-Karabakh, popolata da armeni. Sei settimane di combattimenti nell’autunno del 2020 hanno causato più di 6.500 vittime e si sono concluse con un accordo di cessate il fuoco mediato dalla Russia.

L’Armenia ha ceduto aree di territorio che aveva controllato per decenni e la Russia ha schierato circa 2.000 militari per sovrintendere alla fragile tregua, ostacolata dalle tensioni che continuano ad emergere. 

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