Grecia, se vince Tsipras, catastrofe per poveri e pensionati… e non è più credibile in Europa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Luglio 2015 - 10:04 OLTRE 6 MESI FA
Grecia, se vince Tsipras, catastrofe per poveri e pensionati... e non è più credibile in Europa

George Papandreou, ex premier greco

ATENE – “Se vince il no al referendum greco rischiamo una catastrofe: scivoleremmo lentamente fuori dall’euro. E a pagare saranno proprio i poveri e i pensionati che Alexis Tsipras dice di difendere“: è la previsione amara dell’ex primo ministro greco George Papandreou raccolta da Ettore Livini per Repubblica:

“Finiremmo su una strada pericolosissima. Con l’economia asfissiata, senza soldi nelle banche, i cittadini che non pagano più le tasse e l’economia a picco. Il governo sarebbe costretto a emettere una valuta parallela o tornare alla dracma. Una catastrofe. Nessuno ci butterebbe fuori dall’Europa. Scivoleremmo fuori noi da soli senza neanche accorgercene, un passo alla volta. E a pagare il conto più salato sarebbero i più deboli”.

Papandreu è critico sia verso Tsipras sia verso l’Europa:

“I negoziati sono stati gestiti male da entrambe le parti.
Tsipras ha sperperato l’enorme capitale politico che aveva all’inizio. Ha perso mesi a cambiare il nome alla Troika e a decidere se negoziare ad Atene o Bruxelles. Ha mostrato un volto in Europa e uno in Grecia, cambiando posizione troppe volte. Questa teoria dei giochi che mirava ad arrivare all’ultimo minuto con la Grecia pronta a far la bomba per far saltare l’euro non ha pagato. Syriza doveva volare più alto e dimostrare da subito di voler fare davvero le riforme necessarie al paese: lotta a corruzione, evasione e clientelismo, interventi su giustizia civile e fisco. Invece non l’ha fatto, concentrandosi solo sulla crociata contro il memorandum.
L’Europa ha peccato di solidarietà e di ambizioni. Avesse messo sul tavolo subito il taglio al debito, le cose sarebbero andate meglio prima. La Grecia ha fatto il maggior aggiustamento fiscale in un paese avanzato della storia. E buttarlo al mare insistendo troppo sui tagli e sugli obiettivi fiscali è stato un errore. Serviva più elasticità. Se la Bce avesse detto nel 2010 che “avrebbe fatto tutto il necessario” per salvare Atene — come ha fatto poi Draghi per l’euro — saremmo fuori dei guai da tempo”.

Le colpe maggiori sono comunque di Tsipras:

“Tsipras ha perso molta della sua credibilità. Non puoi attaccare frontalmente Draghi e poi chiedergli ancora dei soldi. Non può dire di essere ricattato dalla Bce quanso sapeva benissimo che dal 30 giugno non avrebbe potuto più dargli crediti d’emergenza. Non puoi convocare un referendum quando orami se a un passo da un accordo onorevole. Ormai la frittata è fatta. E comunque andrà a finire il referendum, avrà difficoltà a ricostruire un rapporto di fiducia con Bruxelles”.