Turchia a mano armata si fa una colonia in Siria, vuole 10 mila km quadrati

di Riccardo Galli
Pubblicato il 19 Marzo 2018 - 14:19 OLTRE 6 MESI FA
Turchia a mano armata si fa una colonia in Siria, vuole 10 mila km quadrati

Turchia a mano armata si fa una colonia in Siria, vuole 10 mila km quadrati

ROMA – Turchia a mano armata si fa una colonia in Siria. Per ora si è presa la città di Afrin, dopo averla bombardata e assediata per settimane.

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Per ora ha costruito una zona d’occupazione militare che sulla carta geografica somiglia ad una piccola mezzaluna tracciata in terra siriana. Per ora, solo per ora. Perché la Turchia di Erdogan vuole una fetta più grossa del territorio siriano, vuole mangiarsi diecimila chilometri quadrati di un altro Stato. Con annessa pulizia etnica in programma: via i curdi da quei diecimila chilometri quadrati e dentro gli arabi.

Non è che Erdogan lo nasconda o lo faccia sotto traccia. Se ne fa invece pubblico vanto, rivendica e mostra invasione e annessione come manifestazioni di forza e giustizia. Forza turca, giustizia turca. Le potenze coloniali di un tempo camuffavano e abbellivano invasioni militari e annessioni di territorio con l’argomento del portare progresso e civiltà (talvolta era perfino vero). Erdogan non sente il bisogno di questi maquillage. Erdogan invade e annette per puro e assoluto nazionalismo turco. Nazionalismo espansivo, minaccioso, bellicoso, belligerante.

Erdogan che fa la guerra e invade un pezzo di Siria obbligando alla fuga circa un quarto di milione di siriani è lo stesso Erdogan di cui giunge notizia dall’Europa. Notizia di un altolà europeo? No, d’altra parte Erdogan a fronte di una timida protesta del Parlamento europeo ha letteralmente replicato: “Qualunque cosa dicano dall’Europa da un orecchio ci entra, dall’altro ci esce”. No, la notizia che arriva dall’Europa è che son o in arrivo dall’Europa altri tre miliardi di euro per Erdogan. Altro tre dopo i primi tre. Miliardi di euro che l’Europa paga perché Erdogan si tenga in casa i profughi siriani. Quegli stessi profughi che le truppe di Erdogan contribuiscono a render tali e spingono a fuggire.

Erdogan a capo di uno Stato che stabilisce ad solo quali sono i suoi confini di sicurezza e quindi manda le truppe a conquistarli. E’ il metodo Hitler che stabilì ai suoi tempi i Sudeti essere Germania e non Cecoslovacchia. Ma almeno allora nessuno riempì di miliardi Hitler, ci si limitò a dargli la terra degli altri sperando Hitler, sazio, non azzannasse mai la terra francese o inglese o polacca…

Oggi invece Europa invia miliardi ad Erdogan. Che l’Europa la insulta e la disprezza. E che invade chi e come gli piace. Erdogan cui piace affiancare ai suoi carri armati ed aerei le milizie islamiste. Non islamiche o musulmane che sarebbe la normalità in Medio Oriente. No, le milizie islamiste contigue e sottoposte a continua osmosi di uomini e armi con quelle che combattono l’Occidente infedele. Erdogan che dichiara terroristi tutti coloro, popoli o individui, che non si piegano e genuflettono alla missione e nazione turca. Erdogan che ha di fatto abolito in patria libertà di stampa e opinione e di fatto marcia verso una forma di teocrazia.

A questo Erdogan l’Europa invia miliardi. Tanto terrorizzata, traumatizzata è l’Europa dalla questione migranti che scappa e lascia incustodite case della sua stessa civiltà. E paga uno che davanti al mondo si vanta delle sue armate che si mangiano un pezzo di un altro paese. L’Europa paga un dittatore, si può essere tale anche se votato dal popolo, anzi quasi sempre i dittatori sono votati dal popolo. L’Europa paga uno che fa la guerra in nome del suo spazio vitale e di sicurezza. Non è mai stato un buon affare, non lo sarà neanche questa volta.