Antonio Razzi e l’incontro con Renzi al gabinetto: Ha “savar fè” e spruzza simpatia

Antonio Razzi
Antonio Razzi

ROMA – Antonio Razzi e Matteo Renzi, l’incontro. Si sono visti una sola volta, alla toilette. O meglio al gabinetto come dice il senatore di Forza Italia intervistato da Vanity Fair. 

Di quell’incontro Razzi ha un ricordo chiaro.E’ stato colpito dal suo “savar fè”:

«Ci ho parlato una volta, ci siamo incontrati al gabinetto. Mi piace il suo savar fe’. È simpatico: spruzza da tutti i lati la simpatia. Non mi piace quando ricatta… Quando dice: “Dobbiamo fare la riforma al Senato se no me ne vado”. E vattene. Chi ti tiene? Nessuno ti ha eletto. Fai pure i capricci? E poi il suo primo discorso al Senato: “È l’ultima volta che vengo perché voi dovete sparire”. Ma ci si presenta così? Io l’avrei detto alla fine, almeno».

La politica, secondo Razzi, è questione di “talent”. Sempre a Vanity Fair spiega:

«Se c’è l’amore uno riesce a tutto. Io lavoro 16 ore, ma mi passa in fretta. Se uno fa fatica è meglio che fa quello per cui è talent. Ogni uomo nella vita ha un talento. Io ho un talento generale: mi adatto a tutto e a tutti. Bionde, brune…».

Il senatore ha un solo rimpianto, gli studi:

«Penso che se ero laureato, con la mia mentalità, chissà cosa potevo fare. Purtroppo ho la quinta ragioneria, da privatista, tre anni in uno. In italiano ero un somaro. Il tedesco non l’ho mai studiato, ma l’ho imparato perché in Svizzera giravo col vocabolario in tasca. Quando mi incontravo con le ragazze, cercavo le parole. Tante lingue le ho imparate per amore… Adesso parlo anche spagnolo, perché mia moglie è spagnola, e mi arrangio all’inglese e al francese. Thank you, fine. Quando vado agli incontri internazionali mi parlano in inglese e io gli dico: fermate un poco, famme riflettere».

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