Caso Battisti. Zanda (Pd): “Mozione comune perché il no del Brasile è gravissimo”

Pubblicato il 18 Gennaio 2011 - 15:41 OLTRE 6 MESI FA

Luigi Zanda, vicepresidente dei senatori pd

“Battisti è stato un criminale comune sino al momento in cui considerò più utile trasformarsi in un delinquente politico e atteggiarsi a perseguitato per motivi politici. E’ quindi grave la decisione del Brasile di non concedere l’estradizione”. Lo afferma il vicepresidente dei senatori del Pd Luigi Zanda che poi continua: “Questo è il senso politico della mozione che i senatori del Pd votano. E’ un atto di responsabilità e di serietà del Senato che la mozione sia stata sottoscritta da gruppi della maggioranza e dell’opposizione: vi sono questioni sulle quali non è corretto assumere posizioni politiche di pura contrapposizione partigiana”.

“La vicenda Battisti – continua Zanda – parla molto anche di noi, della storia dei nostri anni ’70 e ’80 e della nostra storia attuale. Per l’Italia sono stati anni molto difficili ma anche anni nei quali i principi fondanti della Repubblica erano custoditi da partiti grandi e piccoli che, pur tra tanti errori, hanno saputo resistere alle tentazioni populiste e alle derive giustizialiste. Anni che hanno visto grandi leader vivere con decoro, onore, dignità e senso del limite. Alcuni di loro sono stati colpiti da pesanti inchieste giudiziarie. Ma nessuno ha mai detto che ‘i giudici sono una metastasi della democrazia’. Negli anni ’70 e ’80 l’Italia non ha violato né i valori della separazione dei poteri, né quelli dello Stato di diritto e non lo ha fatto nemmeno per battere il terrorismo. Oggi li si viola per bassi interessi politici”.

“Tutto questo travaglio – continua Zanda – l’Italia non è riuscita a suo tempo a spiegarlo alla Francia di François Mitterand. Né, è evidente, al governo brasiliano. Ma chi ha assistito ai tre incontri che negli ultimi anni il Presidente Berlusconi ha avuto con il Presidente Lula, sa che mai Berlusconi ha richiesto con forza l’estradizione di Battisti, mai ha sostenuto con chiarezza le necessità che il Brasile onorasse i trattati con l’Italia. Le omissioni italiane nulla tolgono all’errore della mancata estradizione. Ma è possibile che questo silenzio sia stato valutato e che le richieste della nostra diplomazia non siano state adeguatamente considerate. La mancata estradizione di Battisti – conclude il vicepresidente dei senatori del Pd – la dice anche lunga su quanto sia profonda la perdita di prestigio e di autorevolezza internazionale del nostro governo e quanto gravi possano esserne le conseguenze”.