Grillo non festeggia: “L’Italia di Pisapippa, ha vinto il sistema”

Pubblicato il 31 Maggio 2011 - 15:18 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Il centrosinistra ha trionfato alle elezioni amministrative ma Beppe Grillo non festeggia, anzi. In un post dal titolo ‘L’Italia di Pisapippa’ esprime tutto il suo disappunto perché “Ha vinto il sistema”.

Il c0mico genovese scrive sul suo blog: “Ha vinto il ‘Sistema’ – afferma l’animatore del Movimento 5 Stelle – quello che ti fa scendere in piazza perché hai vinto tu, ma alla fine vince sempre lui. Che trasforma gli elettori in tifosi contenti che finalmente ha vinto la sinistra o, alternativamente, ha vinto la destra. Qualcuno ha detto al Pdmenoelle che ‘è facile vincere con i candidati degli altri’. Già, ma chi sono gli altri? Pisapia avvocato di De Benedetti; Fassino deputato a Roma e sindaco a Torino che vuole la militarizzazione della val di Susa… Il Sistema ha liquidato Berlusconi e deve presentare nuove facce per non essere travolto. Se sono vecchie, le fa passare per nuove. Se sono nuove le fagocita con la tessera di partito e ruoli di rappresentanza”.

C’è solo una concomitanza di avvenimenti che potrebbero far cambiare idea a Grillo: “Se Pisapia fermerà almeno la costruzione mostruosa dell’Expo 2015 – scrive il comico – insieme a quella di City Life, chiuderà gli inceneritori, taglierà del 75% gli stipendi dei consiglieri comunali, mi ricrederò. Pensate che lo farà?”.

Per il resto l’articolo di Grillo è tutta un’accusa al Pd che lui chiama “Pd meno L”: “A leggere i giornali sembra che il Movimento 5 Stelle sia stato cancellato dalla politica, spazzato via dal nuovo che avanza. Ha vinto il Pdmenoelle, lo stesso che ha garantito per 18 anni a Berlusconi ‘una vita che non è mai tardi’, che ha permesso lo scudo fiscale, votato l’indulto, che non ha reso possibile l’accorpamento tra elezioni amministrative e referendum, che ha regalato tre frequenze nazionali pubbliche a Berlusconi chiedendo in cambio solo l’uno per cento del fatturato, che non ha fatto la legge sul conflitto di interessi quando era al governo e neppure ha modificato la legge porcata di Calderoli”.