Berlusconi a Fini: “Ipocrita”. Napolitano allibito. Una crisi istituzionale mai vista

Pubblicato il 10 Dicembre 2009 - 15:33 OLTRE 6 MESI FA


Domandano a Berlusconi: cosa pensa presidente delle osservazioni di Fini alle sue parole? Risposta del premier: «Non c’è niente da chiarire, sono stanco delle ipocrisie, tutto qua». Ipocrisie sono dunque per Berlusconi le osservazioni del presidente della Camera.

Eccole, dice Fini: «La sovranità appartiene al popolo ma questi la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione, articolo uno della Carta». Ipocrisia numero uno secondo il presidente del Consiglio. Aggiunge Fini: «La Corte Costituzionale esercita un ruolo di garanzia, articoli 134 e 136 della Costituzione, non può essere condivisa la tesi per cui la Corte Costituzionale è un organo politico». Ipocrisia numero due secondo Berlusconi. Conclude Fini: «Chiarisca quali sono le intenzioni del governo per non ingenerare confusione sui poteri dello Stato». Ipocrisia numero tre secondo Berlusconi.

Berlusconi che in mattinata aveva detto al Congresso del Partito popolare europeo. «I giudici ci stanno togliendo la sovranità, cambieremo la Costituzione, la Corte è un organo politico». Per poi assicurare: «Io sono un leader con le palle». Frase quest’ultima che era particolarmente piaciuta a Bossi. Non al capo dello Stato che in una nota ufficiale esprime «profondo rammarico e preoccupazione per il violento attacco contro fondamentali istituzioni di garanzia volute dalla Costituzione».

Il segretario del Pd, Bersani, giudica il tutto «gravissimo», Di Pietro pronuncia la parola «fascismo». Quale che sia la definizione esatta di ciò che sta accadendo, restano i fatti: il capo del governo va in Europa a dire di «avere le palle» per fermare i giudici eversori, aggiunge che la Corte Costituzionale non è affidabile perchè “politica”. Il presidente della Camera gli ricorda che la Costituzione, cioè le regole della democrazia valgono per tutti, anche per lui. Quindi Berlusconi che dà per questo a Fini dell’ipocrita.

E il capo dello Stato che sente il bisogno di difendere quelle regole e quelle istituzioni sotto attacco pubblico e massiccio da parte del capo del governo. Fascismo forse è dire troppo e dire facile. Crisi istituzionale è dire leggero, è dire poco. Qualcuno, se sa e se può, trovi la parola adatta per descrivere un potere, quello del governo eletto, che ritiene di essere l’unico potere legittimo del paese. Tanto legittimo e unico da sentirsi in dovere di fare a meno degli altri, cambiargli i connotati o spazzarli via se intralciano, danno fastidio o addirittura pretendono di controllare. E, se questo c’è scritto debbano fare in Costituzione, si cambi la Costituzione.