Berlusconi cade? Gianni Letta o Alfano per evitare le elezioni

Silvio Berlusconi (foto LaPresse)

ROMA – Gianni Letta o Angelino Alfano. Sarebbero questi due, e solo questi due, i nomi possibili per un eventuale governo del dopo Berlusconi in grado di scongiurare il ritorno alle urne in piena crisi.

A scriverlo, sul Corriere della Sera, è Marzio Brega che parte dalle parole di giovedì di Giorgio Napolitano. Il Capo dello Stato ha fatto capire nel modo più chiaro che gli è consentito dal ruolo che attende un segnale dal Parlamento. Probabile che anche lui speri in un governo alternativo a quello di Berlusconi, ma gli spazi di manovra restano minimali.

“Fredda” per ora la pista che porta a Mario Monti: impensabile che il Pdl, qualora si rassegni ad accantonare Berlusconi, accetti la premiership di un uomo non suo. Non solo: a sentire l’ipotesi, il leader della Lega Umberto Bossi ha risposto con uno dei pezzi forti del suo repertorio, non il dito medio ma la pernacchia.

Spiega Breda: “Proporre Mario Monti adesso significherebbe mandare allo sbaraglio una riserva della Repubblica che può servire in futuro, significherebbe bruciarlo”. Ecco allora che gli spiragli di trattativa per scongiurare il voto anticipato si spostano su Gianni Letta  o Angelino Alfano. A uno di loro sarebbe affidata la missione di riportare all’ovile l’Udc e portare a termine la legislatura.

Di segnali di disponibilità, però, dal governo non ne arrivano. Non più tardi di giovedì sera il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha ripetuto che se cade Berlusconi “c’è solo il voto”. Sempre giovedì sera, nel corso della trasmissione di Michele Santoro, Paolo Mieli ha parlato di un altro scenario, quello del “galleggiamento”: significa che la maggioranza continuerà a sopravvivere nella paralisi, senza portare a termine nessuna o quasi delle riforme annunciate e degli impegni presi con l’Europa. A oggi, questo, rischia di essere lo scenario più probabile.

 

 

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