Ddl corruzione: in arrivo un emendamento per cancellare il processo Ruby

Pubblicato il 5 Maggio 2012 - 17:47 OLTRE 6 MESI FA

Ruby (Lapresse)

ROMA – “Un emendamento al ddl corruzione per azzerare il processo Ruby. Spuntano i soliti crocerossini per Berlusconi”. Il responsabile Giustizia dell’Italia dei Valori, senatore Luigi Li Gotti, ironizza così sulla possibilità di un “decreto salva-Berlusconi”. Processo in cui l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è accusato di prostituzione minorile e concussione. Quest’ultimo reato è contestato per la telefonata che da Parigi il Cavaliere fece alla Questura di Milano, la notte tra il 27 e il 28 maggio, per permettere alla minorenne marocchina Karima El Marough, fermata perché denunciata per furto, potesse lasciare gli uffici di via Fatebenefratelli il più presto possibile. E Ruby, nonostante non fosse stata compiutamente identificata, fu affidata alla consigliera regionale Nicole Minetti.

Grazie alla aggiunta di una parola, ovvero “patrimoniale”, come scrive Repubblica, si rischia di non poter contestare il reato. L’emendamento del deputato Francesco Paolo Sisto, avvocato barese e componente della comissione Giustizia, prevede che debba essere cancellato il reato se non è provato il passaggio “di denaro o altra utilità”. Berlusconi quindi che chiamò, usò la sua qualifica di primo ministro e disse che Ruby era la nipote dell’ex presidente egiziano Hosni Mubarak, non dovrebbe rispondere della concussione sulla polizia. Non avendo versato soldi, né avendo promesso vantaggi il leader del Pdl quindi non potrebbe essere imputabile.

Il disegno di legge del ministro della Giustizia, Paola Severino, sta per scadere e in discussione sono arrivate 139 proposte di emendamento. Tra queste c’è anche quella di Sisto, anche se il capo gruppo del partito guidato da Angelino Alfano aveva annunciato che non sarebbero stati presentati emendamenti. Il deputato-avvocato nega: “Norma per Ruby? Ma a quel processo non ho pensato neppure per un nano secondo. Avevo in mente un mio caso dove all’imputato si contestava la concussione in cui l’utilità era aver garantito il consenso elettorale, un’assuridtà. Se la sanzione è pesante, il reato commesso deve essere grave”.