Berlusconi, elezioni in autunno? Se vincesse, approverebbe il processo breve prima che possa essere “bocciato” il legittimo impedimento

Pubblicato il 6 Agosto 2010 - 10:17 OLTRE 6 MESI FA

L’interrogativo che oggi appassiona il mondo romano della politica è quando si svolgeranno le elezioni anticipate, che tutti sembrano ormai dare per certe, a meno di colpi di scena, dopo che anche Umberto Bossi ha detto di considerarle inevitabili.

La scelta della data non è banale: tra l’ultimo trimestre del 2010 e il primo trimestre del 2011.

Berlusconi preferirebbe che si andasse alle urne prima del 14 dicembre, giorno in cui la Corte Costituzionale si esprimerà sul legittimo impedimento: se dovesse bocciare la legge (e le probabilità sono molto alte) priverebbe Berlusconi di uno “scudo” giudiziario fondamentale. Ricorrendo al voto anticipato, invece, Berlusconi giocherebbe d’anticipo sulla Corte: un’eventuale vittoria autunnale gli consentirebbe infatti di accelerare i tempi per approvare in maniera definitiva un nuovo “scudo”, cioé il processo breve.

Il legittimo impedimento è il provvedimento che consente al Presidente del Consiglio di non presentarsi in aula ai propri processi nel caso di impegni istituzionali importanti: è una sorta di provvedimento “ponte” concepito per dare il tempo necessario alla maggioranza per approvare una nuova versione del Lodo Alfano. La legge attualmente in vigore ha una durata di 18 mesi, è entrata in vigore lo scorso 7 aprile e scadrà nell’ottobre del 2011, salvo appunto un pronunciamento contrario della Corte Costituzionale.

Il cosiddetto “Lodo Alfano bis” rappresenta invece il terzo “scudo”, ma i tempi sono troppo ristretti perché il provvedimento possa essere approvato dal Parlamento prima della “sentenza” della Consulta. Dunque, meglio andare a votare prima del verdetto. Il periodo autunnale torna in pole position, dopo che Bossi aveva fatto capire di preferire il mese di marzo. I leghisti infatti vogliono che il federalismo diventi legge al più presto: il ritorno alle urne rischia di rallentare nuovamente l’iter legislativo e quindi di mandare la Lega davanti ai suoi elettori a mani vuote.

A prescindere dall’inconfessabile esigenza personale, Berlusconi avrebbe indicato ai suoi almeno tre buone ragioni per cui è preferibile andare al voto quanto prima: in primis in questo momento non sembrano esserci avversari credibili; poi i nemici più temuti (Fini e Vendola) non avrebbero il tempo di raggiungere un’intesa per una “santa alleanza” in chiave antiberlusconiana; infine le elezioni anticipate toglierebbero il premier dall’imbarazzo di dover “trattare” con i finiani su ogni provvedimento.