ROMA – Berlusconi non è più interdetto dai pubblici uffici: ma non è eleggibile. Il tribunale di sorveglianza di Milano ha dichiarato estinta la pena per Silvio Berlusconi all’esito dei 10 mesi e mezzo di affidamento in prova ai servizi sociali a cui era stato ammesso un anno fa in seguito alla condanna definitiva a 4 anni di carcere, tre dei quali coperti da indulto, per il caso Mediaset.
I giudici del tribunale di Sorveglianza di Milano, dopo aver preso atto dell’esito positivo dell’affidamento in prova ai servizi sociali, hanno dichiarato estinta anche la pena accessoria dell’interdizione per due anni ai pubblici uffici per Silvio Berlusconi. Il quale, però, resta non eleggibile per effetto della legge Severino che ha valore retroattivo. La Corte di Strasburgo sta esaminando proprio la retroattività della legge Severino: i tempi di attesa medi, però, si aggirano sui tre anni.
In base alla legge Severino, comunque, l’ex capo del Governo rimarrà incandidabile per sei anni e cioè fino al novembre 2019, anche se, si fa notare in ambienti giudiziari, può sempre giocare la carta della “riabilitazione”, prevista dalla stessa norma siglata dall’ex guardasigilli, che, se concessa, potrà consentirgli di anticipare di circa un anno il suo rientro in politica.
La Procura generale ha la facoltà di impugnare il provvedimento. L’ex premier, che nella fase dell’esecuzione penale è seguito dall’avvocato Angela Maria Odescalchi, è quindi totalmente libero: si vedrà anche riconsegnare il passaporto e quindi potrà andare all’Estero. Il leader di Forza Italia il 15 aprile dell’anno scorso aveva ottenuto, su sua richiesta, la possibilità di scontare l’anno residuo della pena inflittagli dalla Cassazione per la frode fiscale commessa con la compravendita dei diritti tv Mediaset, in affidamento in prova ai servizi sociali, misura alternativa alla detenzione.
All’ex premier è stato consentito di mantenere l’agibilità politica in quanto pur con determinate prescrizioni, come non potere uscire di sera dopo le 23 e fino alle 6 del mattino successivo, gli è stato concesso di poter lasciare Arcore e recarsi a Roma dal martedì al giovedì.