Bersani all’alba davanti ai cancelli di Mirafiori: “Il lavoro torni al centro della politica”

Pubblicato il 26 Marzo 2010 - 08:57 OLTRE 6 MESI FA

Il segretario del Pd Pierluigi Bersani ha cominciato all’alba l’ultimo giorno di campagna elettorale, incontrando ai cancelli di Mirafiori gli operai della Fiat. Un gesto importante come segnale di attenzione verso la più grande industria italiana e la difesa della occupazione; un gesto sicuramente di impatto simbolico per un partito la cui ragione sociale è rappresentata dal lavoro.

Peccato che la sinistra scopra che la Fiat è un problema con un anno di ritardo. Quando si parlava di Chrysler, di Opel, di Fiat planetaria, tutti  a dire bravo, senza il minimo spirito critico, senza chiedersi chi avrebbe pagato il conto in caso di difficoltà.

All’epoca, davano più segni di vita gente di centro come il ministro dell’industria Claudio Scajola, ma non era elegante contrastare i disegni un po’ egotistici di Sergio Marchionne. Anzi, mentre si facevano i giochi sul futuro di Fiat in Chrysler e Opel, e mentre i sindacati tedeschi facevano il loro mestiere bloccando la marcia della Fiat in Germania, Guglielmo Epifani segretario generale del più grande sindacato italiano, la Cgil, il sindacato rosso, andava all’Aquila a festeggiare il primo maggio e posare per la tv con i due compari di Cisl e Uil, cercando, inutilmente, di fare il controcanto a Berlusconi.

Ora il conto arriva e a pagarlo saranno nell’ordine i lavoratori e lo Stato. E finalmente Bersani, cioè il partito, sfila dalle mani del sindacato la partita della Fiat e della protesta operaia: meglio tardi che mai.

Bersani, stamani davanti ai cancelli di Mirafiori, dove ha incontrato operai e impiegati, ha detto che sulla Fiat “il governo ha perso autorevolezza in modo evidente, c’é stato il pasticcio degli incentivi, ma adesso va convocato un tavolo al quale portare l’azienda e i sindacati”.

“Il caso della Fiat non è il solo, perché ce ne sono ovunque in giro per l’Italia, – ha precisato Bersani – ci sono mille problemi dovuti all’incuria. Di certo, il rapporto della Fiat con il Paese va discusso, non possiamo accettare che l’Italia diventi la cenerentola nell’automotive. Marchionne ha smentito i tagli, bisogna verificare, sollecitare una discussione chiara e trasparente, non si può accettare una situazione nella quale la Fiat presenta un piano, il 21 aprile, e il governo non ne sa niente”.

“La crisi non è passata – ha aggiunto Bersani – oggi siamo davanti a una grande fabbrica ma potremmo essere davanti a laboratori artigianali, aziende agricole: dobbiamo reagire con una politica economica che dia un pò di lavoro, bisogna fare investimenti, mettere un po’ di soldi in tasca alla gente che ha bisogno di consumare perché i consumi sono troppo bassi, occorre che ci occupiamo della vita reale della gente”.

Ad accompagnare il segretario Pd  la candidata del centrosinistra per il Piemonte, Mercedes Bresso.