Bersani vs Monti, “c’eravamo tanto alleati”: wrestling elettorale su esodati e “sfiducia”

ROMA – Bersani e Monti: “C’eravamo tanto alleati”, si potrebbe dire parafrasando Ettore Scola e guardando alla guerriglia di dichiarazioni delle ultime 24 ore. Ora è il momento di picchiare, c’è la campagna elettorale e bisogna differenziarsi, anche se gli altri “poli”, quelli di Berlusconi, Grillo e Ingroia, sospettano che più che un incontro di boxe quello in corso fra centrosinistra e montiani sia un match di wrestling: tutto finto, colpi spettacolari in favor di telecamera ma assestati per non fare male. Mostrarsi divisi oggi per poi governare insieme domani.

Per finta o per davvero Bersani e Vendola da una parte e Monti, Casini e Fini dall’altra hanno capito che i loro elettori scappano di fronte alla prospettiva del governo allargato. Chi vota Monti e Casini non vuole Vendola e gran parte di chi vota Pd e Sel non vuole saperne dell’agenda Monti. E poi l’odore di inciucio fa crescere i consensi agli altri tre poli, soprattutto a Berlusconi, che intercetta gli elettori di centrodestra spaventati da un’alleanza con i “rossi”. Mentre Ingroia cresce nei sondaggi a ogni accenno di “compromesso con Monti” da parte di Vendola.

È stato il Professore, incoraggiato dai suoi spin doctor a un atteggiamento sempre più battagliero, il primo a sfilarsi il loden e buttarsi nella battaglia delle dichiarazioni. In serata, ospite a Ballarò, ha detto: “Ho una profonda sfiducia nella capacità della coalizione guidata da Berlusconi e della coalizione di Bersani di governare l’Italia”. Apparentare Bersani e Berlusconi nel cerchio della sfiducia.

La replica di Bersani è arrivata il giorno dopo: “Monti trova adesso tutti i difetti del Pd, mentre per un anno nulla. Ma bastava guardare ieri i tabulati del voto alla Camera, come negli ultimi sei mesi, per vedere che dal lato del Pd c’erano tanti puntini verdi e di là nessuno, o un rosso o un verde. Chiedo rispetto e riconoscimento, perché abbiamo votato anche cose che non ci sono piaciute”. Poi una stoccata sulla questione femminile: “Vuoi dirmi, presidente Monti, quante donne hai tu in lista? Noi più del 40%”. Infine l’affondo finale sugli esodati: “Non accetto di farmi fare le pulci da chi ha provocato problemi come quello degli esodati. Se nell’agenda fosse comparsa la parola esodati sarei stato più contento”.

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