Pd, Bersani si candida: “Primarie aperte entro il 2013 e patto con i moderati”

Pubblicato il 8 Giugno 2012 - 11:16 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 8 GIU – “Per noi la legislatura si chiude nel 2013. Sappiamo che non e’ tutto nelle nostre mani e vediamo segnali di instabilita’ che pero’ non vengono da noi”. Lo ha detto il segretario del Pd Pier Luigi Bersani nel corso della Direzione del partito. Primarie aperte entro l’anno “per la scelta del candidato premier dei progressisti e dei democratici italiani”, è poi la proposta di Bersani che annuncia la sua candidatura e rivolge la proposta di “un patto per la ricostruzione non solo ai partiti di un centrosinistra di governo ma a movimenti, liste civiche e sindaci.  “Io mi candidero’ alle primarie aperte per la premiership non per allestire generiche carovane o determinare questa o quella rendita di posizione ma per riconnettere politica e societa’ e mettere in movimento la forza dei progressisti senza lasciarla spettatrice di acrobazie altrui spesso senza capo ne’ coda”. Lo annuncia Bersani.

”So di chiedere al mio partito un atto di generosita’ e il coraggio di una sfida. Conosco bene le contraddizioni e i problemi che dovremo affrontare ma io ho sempre pensato di metterci al servizio di un processo piu’ grande di noi”. E’ l’impegno che Pier Luigi Bersani chiede al partito dopo aver proposto primarie aperte e l’apertura del Pd ad un patto dei democratici e dei progressisti.

Per Bersani un ”centrosinistra di governo significa un’accordo di governabilita’ e una parziale cessione di sovranita’. In caso di controversie fondamentali – spiega – si procede ad una maggioranza nella riunione congiunta dei gruppi. In secondo luogo, vuol dire una proposta comune verso le forze autonome di centro disposte ad un patto di legislatura”.  Bersani ricorda come sia ”da parecchio tempo che il Pd ha avanzato questa proposta. Tocca dunque agli altri – afferma – dire cosa ne pensano o avanzarne un’altra credibile”.

“Se e’ vero che i conti devono tornare e’ anche vero che questo e’ possibile anche senza approcci ragionieristici che vedo troppo spesso”, ha detto Bersani nel corso della Direzione del partito, ringraziando comunque Monti e Napolitano per quanto stanno facendo. ‘Il rinnovamento avverra’. Siamo nelle condizioni di mandare avanti persone nuove e mettere sulle loro spalle le responsabilita’. Questo avverra’ ma non senza il presidio di esperienze preziose perche’ non intendo andare oltre il buonsenso”, ha aggiunto.

“Tocca a noi vuol dire investire il consenso che abbiamo su un punto principale della questione, che e’ la faglia che si e’ aperta tra i cittadini e il sistema. Noi non staremo fermi, ci muoveremo, non lasceremo erodere il consenso che abbiamo, lo investiremo rischiando qualcosa come succede sempre per un investimento”. E’ l’analisi del segretario Pd Bersani alla Direzione del partito.

”Un centrosinistra di governo aperto ad un patto di legislatura con forze democratiche e civiche moderate. Un patto tra progressisti e moderati per ricostruire il Paese che non equivale certo a una ‘ammucchiata’ ”, dice Bersani che raccoglie la sfida di Angelino Alfano, per verificare in tre settimane “se c’e’ l’accordo” sulla legge elettorale. “La riforma sia pero’ liberata da ogni condizionamento, il semipresidenzialismo non e’ percorribile in questo scorcio di legislatura” chiarisce pero’ Bersani rilanciando il doppio turno e i collegi.

Bersani rilancia il doppio turno di collegio che ”non e’ come e’ ovvio necessariamente connesso agli aspetti istituzionali”. Il doppio turno e’ la proposta del Pd ma ”detto questo noi non aggiungiamo ‘o e’ cosi’ o ci teniamo il porcellum’. Non possiamo permetterci che ad ogni passo di mediazione parte l’accusa di volerci vendere l’anima. Io ribadisco no al porcellum che considero la causa principale del distacco dei cittadini dalla politica e non ha consentito la governabilita”’. Nel confronto che Bersani chiede mette due paletti: ”Basta liste bloccate, per noi la strada maestra sono i collegi; massima attenzione alla governabilita’ e alla possibilita’ dei cittadini di pronunciarsi utilmente sull’indirizzo di governo”. Entro i primi di luglio, conclude Bersani, ”dobbiamo sapere con ragionevole certezza la soluzione e quindi chiedo mandato alla Direzione per metterci a lavoro da domani con le altre forze politiche”.

Bersani dice di Antonio Di Pietro: “Deve’decidere se vuole insultarci e attaccarci ogni giorno e mancare di rispetto alle istituzioni della Repubblica o fare l’accordo. O l’una o l’altra”. Riferendosi al Movimento 5 stelle di Beppe Grillo ha detto: “Noi non abbiamo nessuna guerra da fare ma a questo partito e’ consentito chiedere chi e’ e cosa vuole fare’. Dire cosa si vuole fare – aggiunge Bersani – significa non limitarsi alle proposte sulla raccolta differenziata ma dire qualcosa di piu’ preciso”.