Bersani: “Se andiamo al voto vinciamo noi, Berlusconi lasci”

Pubblicato il 22 Gennaio 2011 - 00:30 OLTRE 6 MESI FA

Pierluigi Bersani

Pierluigi Bersani sfida Silvio Berlusconi: ”se andiamo al voto vinciamo noi, alla grande” ed ora ”qualsiasi cosa accada è meglio di questa situazione, anche le elezioni. Il Premier deve dimettersi, levarsi lui dall’imbarazzo, levare l’Italia dall’imbarazzo”.

Ospite di Daria Bignardi alle ”Invasioni barbariche” Bersani attacca il premier sul caso Ruby affermando che ora ci vuole ”un moto dell’opinione pubblica”. ”Stiamo parlando di una minorenne – afferma – a prescindere da tutto è una minorenne e va tutelata. E un uomo di 73 anni non gli fa nemmeno una telefonata ad una minorenne”.

Bersani rilancia l’iniziativa del Pd per la raccolta di 10 milioni di firme da portare a Palazzo Chigi perché ”ci vuole un moto dell’opinione pubblica per uscire da questo stallo preoccupante e deve tornare la buona politica fatta onestamente da gente perbene e noi faremo mobilitazione iniziative e feste”. E scherza rispetto alle cene di Arcore: ”Le nostre sono altre feste, ci accusano di fare la salamella ma è sempre meglio”.

Alla Bignardi che lo incalza sulla differenza del linguaggio usato da lui e da Vendola risponde: ”Vendola non è l’Obama bianco, ma il Garcia Lorca con un linguaggio immaginifico e a volte barocco che piace. Ma io propongo un altro linguaggio perché al prossimo giro penso che sia da offrire al Paese qualcuno/qualcosa di cui fidarsi e non qualcuno/qualcosa da cui essere incantato”. Quanto alle possibili alleanze ribadisce la sua linea: il Pd chiede a tutte le opposizioni di stringere un’alleanza basata su una piattaforma di interventi urgenti, riforme istituzionali e misure economiche e sociali, e ”chi dirà di no dovrà spiegare come intende superare l’era-Berlusconi”.

Quanto ad una sua candidatura alla premiership del centrosinistra si dichiara pronto: ”Io sono qua, ho l’esperienza e la responsabilità per candidarmi, ma chi mi conosce sa che non metto mai me stesso davanti ai progetti”. Bersani infine annuncia che presto diventerà scrittore perché ”è ora di parlare al paese”: ”Non ho mai scritto un libro – confessa Bersani – perché ho sempre pensato che bisogna avere l’umilità di leggere prima di scrivere. Ma penso che questo è il tempo in cui chi ha qualche idea in testa per il Paese la deve metterla giù”.