Bertone e Napolitano in difesa di Tettamanzi

Pubblicato il 8 Dicembre 2009 - 11:32 OLTRE 6 MESI FA

Bertone e Napolitano al fianco di Tettamanzi. Entrambi hanno infatti espresso solidarietà all’arcivescovo di Milano dopo le dure critiche  ricevute dalla Lega Nord. «Raccomando rispetto e verità anche per il cardinale di Milano». Così il cardinale segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone, a margine della visita all’Ambrosiana, ha commentato il duro attacco cui è stato sottoposto Dionigi Tettamanzi. «È un grande pastore della Chiesa, che dà la vita per il suo popolo».

A questo punto è intervenuto il cardinale sdrammatizzando e replicando: «Non ho dato ancora la vita, non sono ancora martire». Bertone si è rifatto alle parole del Papa che ha ricordato che, ricchi e poveri, «siamo tutti soggetti protagonisti della nostra vita, siamo tutti sulla stessa barca e dobbiamo salvarci tutti insieme. Mi sembrano le parole più chiare e profeticamente impegnative».

Il cardinale ha anche fatto riferimento al fondo pubblicato oggi sull’Avvenire, che parlava di slogan indegni, parole gravi e vuote da parte di Calderoli e della Padania e ha detto di sottoscrivere pienamente la posizione del giornale cattolico.

Anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è intervenuto all’Ambrosiana: «L’impegno della Chiesa nella vita sociale è essenziale per la società italiana», ha detto, entrando così indirettamente nel merito della polemica nata dopo l’attacco del Carroccio a Tettamanzi. Il capo dello Stato ha risposto alle domande dei giornalisti che chiedevano se ci fosse bisogno di rispetto per chi parla di questioni sociali. «Certamente – ha replicato Napolitano – tante volte ho detto che la religione è un fatto pubblico».

Intanto la Padania continua ad attaccare l’arcivescovo di Milano e gli altri esponenti della Chiesa che hanno manifestato posizioni di apertura verso l’Islam. Questa volta l’affondo è contenuto in un articolo firmato da Giuseppe Reguzzoni e intitolato “Come un gregge senza pastore”. Tettamanzi non è mai direttamente citato, ma non ci sono dubbi su chi sia il destinatario delle critiche: l’articolo sostiene che le polemiche inaugurate dalla Curia di Milano riflettono oggi la profonda spaccatura esistente all’interno della Chiesa Cattolica tra chi interpreta il concilio come una rottura con la tradizione e chi lavora per interpretarlo alla luce dell’insegnamento di tutti i pontefici e di tutti i concili precedenti. «Non nascondiamoci dietro un dito – scrive l’articolista della Padania – ad essere inquietante è l’apologia che certi prelati spacciano per libertà religiosa, idea che da Pio IX e Benedetto XVI è stata unanimemente condannata».