Black block del mare, freno alle Ong e sbarchi migranti dimezzati in luglio Black block del mare, freno alle Ong e sbarchi migranti dimezzati in luglio

Black block del mare, freno alle Ong e sbarchi migranti dimezzati in luglio

Black block del mare, freno alle Ong e sbarchi migranti dimezzati in luglio
Black block del mare, freno alle Ong e sbarchi migranti dimezzati in luglio

ROMA – Black Block del mare li ha battezzati un poliziotto italiano, non proprio l’ultimo agente. Black block del mare perché militanti appassionati di una ideologia secondo la quale ogni Stato è sempre nemico e malvagio e oppressore. E quindi ogni Stato è da boicottare se non da combattere. Questa ideologia c’è, eccome se c’è, a vari gradi di intensità nell’anima e nella testa di uomini e donne delle Ong e nelle azioni delle loro navi nel mare tra Libia ed Italia.

Come dicono gli inquirenti, non lo fanno per soldi. Se si procurano soldi è per continuare a farlo. Fare cosa? Punire, purgare l’Occidente, il capitale, gli Stati dei loro peccati. Secondo questa ideologia che si manifesta a vari gradi di intensità, plausibilità e diffusione, il perché delle migrazioni di massa da Africa e Asia è uno e uno solo o almeno a un solo responsabile è riconducibile: l’uomo bianco occidentale, la sua storia, politica, economia e civiltà.

Se c’è guerra in Siria è colpa delle potenze occidentali, se c’è desertificazione del Sahel è colpa di governi e imprese dell’Occidente…L’intera storia dell’Occidente secondo questa ideologia non è altro che una catena di violenze e soprusi occidentali ai danni di altre culture, etnie, popoli.

E’ una storia falsa e risibile raccontata così. Un racconto ignorante e che ha anche la conseguenza di accogliere ed esaltare come genuini, naturali e ingiustamente oppressi usi, costumi e valori che fanno strage dei diritti umani. Ma è un racconto che affascina tanto anti globalismo di ogni natura e fattezza, soprattutto quello che si ritiene democratico e umanitario. Tanto democratico da trovarsi troppo spesso schierato, sul campo, contro le democrazie e al fianco delle teocrazie.

Questo falso racconto della storia è una delle radici dell’atteggiamento delle Ong che vanno a prendere migranti in mare. Di qui l’obbligo, anzi il valore irrinunciabile del non collaborare con lo Stato, nessuno Stato. Neanche quello che i migranti li accoglie. Non collaborare, sabotare regole e uomini dello Stato perché ogni Stato è appunto colpevole per definizione.

Quindi diventa lecito, anzi doveroso, collaborare anche con i mercanti di carne umana per farsi consegnare magari su appuntamento la merce in mare. Perché il nemico, l’avversario, non è il trafficante di uomini ma lo Stato che porta la responsabilità storica della loro migrazione e ora vuole imporre regole e limiti all’accoglienza.

Se non si capisce che questa ideologia è il motore, non si comprende davvero cosa fanno e perché lo fanno le Ong in mare. Salvano vite senza dubbio. E insieme lottano contro lo Stato, gli Stati e i governi.

E’ dunque da rimuovere la situazione attuale per cui una grossa percentuale dei salvati in mare viene dall’azione delle navi delle Ong. Vanno salvati ma dalle navi e dai mezzi dello Stato italiano, magari aiutati, questo sì, dalle navi Ong che rispettano le regole, ce non danno appuntamenti, non fungono da stazioni galleggianti per gli scafisti.

Le regole, è bastato accennarle e nel mese di luglio gli sbarchi di migranti sono diminuiti della metà rispetto al luglio del 2.016 (11.183 contro 23.552). Prova inequivocabile che certi e accertati comportamenti delle navi Ong rendono più facile il lavoro e gli affari degli scafisti. Ma questo a molti nelle Ong appare secondario, per loro l’importante è agevolare la migrazione. Con ogni mezzo.

Non aver compreso a tempo debito che delegare alle Ong gran parte del soccorso in mare era organizzativamente, politicamente e culturalmente un suicidio è stata la colpa e l’incapacità della sinistra, dei cattolici, della gente di buona volontà e non livorosa e rabbiosa. Troppo tardi si sta capendo (e buona parte di coloro che si dicono e si sentono democratici non l’ha capito ancora) che accoglienza si può nella stessa misura in c’è integrazione. Non sono tanti o pochi i migranti che arrivano, non c’è un numero buono e uno eccessivo. Dipende da quanti integri. Se non integri, allora importi razzismo a vagonate anche se sbarcano in pochi.

L’Italia è collettivamente a questo punto, sull’orlo di una crisi di rigetto. Quindi si è sbagliato quando si è applicato il riflesso di “inaudibilità” a ciò che dicevano delle Ong qualche magistrato e ciò che delle Ong gridava M5S. Aveva sostanzialmente ragione il Procuratore di Catania Carmelo Zuccaro e aveva sostanzialmente ragione sulle Ong Luigi Di Maio. La ormai rarissima merce dell’onestà intellettuale almeno verso se stessi impone di dirlo.

La stessa intellettuale onestà imporrebbe di riconoscere che l’azione di governo, anzi del ministro Minniti, è seria e sta ottenendo risultati. E che il da fare da parte dello Stato italiano è di riappropriarsi della responsabilità del soccorso in mare e costringere con ogni mezzo questo sì il resto d’Europa a farsi carico del costo dei rimpatri e di quote di accoglienza. E’ l’unica politica seriamente possibile: salvare vite in mare stando attenti a che la barca della società italiana non si capovolga. E’ l’unica politica realmente democratica e umanitaria.

Ma come si fa a condurre davvero una politica così faticosa e al tempo stesso necessaria quando non i Salvini e Meloni ti fanno la guerra, ma la guerra te la fanno i santoni e le chiese e chiesucce della democrazia? Quando un Roberto Saviano (e molti purtroppo con lui) alzano la bandiera della “neutralità” delle Ong che va rispettata come un santuario, come sacra reliquia, come si fa a salvare, accogliere e impedire lo tsunami montante di razzismo?

Neutralità? La neutralità ad esempio della Croce Rossa è tra due parti belligeranti rispetto alle quali l’organizzazione non governativa non si schiera. Ma nel mare tra Libia e Italia e sulla pelle dei migranti non ci sono due belligeranti che pari sono. Non c’è la guerra tra rossi e neri, bianchi e blu e i neutrali giustamente in mezzo per cui ogni divisa pari è.

Qui da una parte c’è uno Stato democratico che accoglie, ospita, garantisce, salva. E lo fa con le leggi e dentro le leggi. Dall’altra ci sono gli schiavisti e le organizzazioni criminali. Dirsi, volersi neutrali tra queste due entità non solo non è democratico e neanche umanitario, non solo porta a dar ragione ai Salvini e ai Di Maio, non solo è pericoloso per gli stessi migranti. E’ peggio, è arrogantemente sciocco.

 

Gestione cookie