Boffo (Avvenire): telefonate moleste. Pubblico il decreto penale di condanna a Terni

Pubblicato il 2 Settembre 2009 - 10:00 OLTRE 6 MESI FA

È ormai pubblico il decreto penale che condanna il direttore di Avvenire Dino Boffo: si tratta di 2 pagine emesse dal Gip del tribunale di Terni Augusto Fornaci il 9 agosto del 2004. Del provvedimento i giornalisti hanno potuto avere copia dopo la decisione favorevole del giudice Pierluigi Panariello, il quale ha comunque disposto che dall’atto fosse cancellato il nome della parte offesa.

Nel decreto si legge che Boffo Dino, “nato ad Asolo il 19 agosto del 1952, è stato imputato del reato di cui all’articolo 660 c.p. perché, effettuando ripetute chiamate sulle sue utenze telefoniche nel corso delle quali la ingiuriava anche alludendo ai rapporti sessuali con il suo compagno (condotta di reato per la quale è stata presentata remissione di querela) per petulanza e biasimevoli motivi recava molestia a omissis. In Terni dall’agosto 2001 al gennaio 2002”.

A proposito della frase sui rapporti sessuali il gip -rispondendo ai giornalisti- ha precisato che si devono intendere quelli tra la donna che aveva sporto denuncia e il proprio compagno. Il giudice ha inoltre ribadito che nelle carte processuali non c’é alcuna informativa che riguardi le inclinazioni sessuali di Boffo.

Per questi motivi – si legge ancora nel decreto – il Gip ha condannato l’imputato in ordine al reato “alla pena di euro 516 complessive di ammenda”. Nella parte finale del provvedimento si legge che il giudice “ordina l’esecuzione del presente decreto ove non venga proposta opposizione nel termine sovra indicato”.