Camera: bloccata legge su cure palliative, “colpa” del decreto salvaliste

Pubblicato il 9 Marzo 2010 - 10:30 OLTRE 6 MESI FA

La legge sulle cure palliative, atto di civiltà atteso da almeno 250 mila famiglie italiane con malati gravi, slitta ancora. L’hanno fermata, proprio sul traguardo, le furiose polemiche legate al decreto «salvaliste». Le norme del provvedimento avrebbero permesso la creazione di una rete assistenziale uniforme, definita e sostenuta da un finanziamento specifico.

La legge era al terzo punto dell’ordine del giorno di ieri alla Camera per l’approvazione finale. Si prevedeva la discussione generale e, entro domani, un voto finale dall’esito scontato. Le polemiche di questi giorni e l’ostruzionismo dell’opposizione hanno invece mandato all’aria tutti i programmi della presidenza, che aveva dato la possibilità di anticipare l’esame rispetto agli altri argomenti in calendario questa settimana.

Dure le accuse di Domenico Di Virgilio, Pdl, relatore del testo già passato a Montecitorio una prima volta e poi licenziato dal Senato a fine gennaio con alcune modifiche che hanno determinato un nuovo passaggio in Parlamento: «Tutti devono sapere che a causa dell’ostruzionismo in Aula l’entrata in vigore della legge ritarderà ulteriormente con grande danno per quanti soffrono di gravi patologie».

Il deputato ricorda di aver insistito perché il via libera decisivo venisse dato il mese scorso in sede legislativa dalla Commissione Affari sociali, proprio per evitare imprevisti e accelerare i tempi.

Invece l’opposizione ha preferito mandarlo in Aula. «Un modo per sottolinearne l’alto valore» spiega Livia Turco, che si è battuta strenuamente fin dall’inizio per portarla avanti con adeguati finanziamenti che la rendessero attuabile. È lei che difende la strategia dell’ostruzionismo dei Democratici: «La maggioranza mostra un comportamento cinico e di bassissimo profilo. Fa un uso ignobile del tema delle cure palliative — spiega — per nascondere il vulnus inferto alla nostra democrazia con la legge salvaliste. Un golpe. Vogliamo dare un segnale chiaro e forte agli elettori».

Giuseppe Palumbo, presidente della Commissione Affari sociali della Camera, Pdl, ribatte secco: «L’opposizione dovrebbe compiere una seria autocritica. Prima ha negato la sede legislativa, oggi ha scelto l’ostruzionismo, come manovra tattica che riguarda altre cose e nuoce a chi lotta per sconfiggere il dolore e la perdita di dignità nella fase finale della vita».

Commenta con amarezza la deputata dell’Udc Paola Binetti: «Quando la politica diventa cieca di fronte ai bisogni concreti della gente significa che ha perso di vista il suo obiettivo più alto e non è in grado di esprimere al meglio la sua funzione di servizio. In Italia c’è un bipolarismo malato».