Carceri: “Antigone”, il ddl misura inutile contro affollamento

Pubblicato il 12 Maggio 2010 - 11:13 OLTRE 6 MESI FA

La caduta dell’automatismo che prevedeva gli arresti domiciliari nell’ultimo anno di pena, come previsto dal ddl “svuota carceri”, non porta nessuna novità, perché i giudici avevano già il potere di decidere o meno se mandare ai domiciliari un detenuto, applicando le misure alternative.

E’ quanto ha affermato il presidente dell’associazione Antigone, Patrizio Gonnella, in un’intervista a La Stampa. «Non vedo molta differenza rispetto al passato –  ha aggiunto – perchè si tratta  solo una misura in più». Se fosse stato approvato l’automatismo, secondo le stime dell’associazione, ad essere interessati dal provvedimento sarebbero state circa 7 mila persone e «il provvedimento avrebbe dovuto produrre effetti innanzitutto sui 15 mila bambini sotto i 3 anni ospiti delle carceri con le loro mamme».

Ora è impossibile fare previsioni attendibili «perché tutto dipenderà dalle decisioni dei magistrati». Per alleggerire davvero le carceri, secondo Gonnella, occorrerebbe «eliminare la detenzione per alcune ipotesi di reato come il decreto di espulsione o alcune condotte legate alla tossicodipendenza, ha sottolineato. Le carceri si potrebbero svuotare di decine di migliaia di persone che non fanno altro che entrare e uscire, perché non ritenute pericolose e per le quali sarebbe più utile la sistemazione in altre strutture».

E’ stata la Lega a chiedere, parlando di amnistia mascherata, l’introduzione nel disegno di legge di emendamento che,  nell’ultimo anno di pena, attribuisce al magistrato di sorveglianza di valutare caso per caso sulla base dell’idoneità del domicilio. Il provvedimento sostenuto dal Ministro Alfano era stato motivato dalla preoccupazione per il sovraffollamento delle carceri, che registrano una popolazione di 67 mila detenuti, 20 mila in più del consentito.