Casini chiude a Berlusconi: “Terzo polo? Saremo il primo”

Pubblicato il 12 Dicembre 2010 - 20:31 OLTRE 6 MESI FA

Pier Ferdinando Casini

Pier Ferdinando Casini tiene dritta la barra dell’Udc e la prua della nave centrista continua a puntare verso le dimissioni di Silvio Berlusconi. Nessun tentennamento, nessuna incrinatura dell’asse con Gianfranco Fini: il leader dell’Udc conferma che la strada del ‘terzo polo’ è quella giusta, anche se non ama molto il nome visto che l’obiettivo è di guidare il Paese e preferirebbe quindi che si chiamasse ”primo Polo”.

Parole che il leader di Fli incassa con un sospiro di sollievo, tanto da rassicurare tutti: Casini non tradirà la storia politica degli ultimi anni che lo ha posto in linea di collisione con il Cavaliere. Quando incontra i giornalisti prima di partecipare ad una iniziativa organizzata dall’Udc in un teatro di Roma, l’ex Dc ha una priorita’: smentire un articolo del Corriere della Sera che lo vuole scettico sul successo dell’operazione messa su’ con Fini e Rutelli e pronto a smarcarsi in vista di una probabile (agli occhi centristi) fiducia del premier.

Ricostruzione che Casini smentisce con forza: ”Ho letto un giornale che dice ‘Casini affossa terzo polo’: è vero, io voglio proprio affossare il terzo polo ma nel senso che noi abbiamo l’ambizione di essere il primo polo e guidare il Paese”. Quanto ai rapporti con il presidente della Camera, il centrista spiega: ”Non c’è problema né di raffreddamento né riscaldamento”. Certo, dice rivendicando di essere stato lui il primo a rompere con Berlusconi, ”ciascuno di noi è arrivato a questa posizione un percorso diverso: noi due anni fa abbiamo visto che questa cosa sarebbe andata a finire male” ed oggi siamo in ”sintonia” con chi capisce che i progetti di Pd e Pdl non hanno portato ”niente di buono”.

Ecco ciò che ”accomuna Fini, Rutelli e noi”. Casini ammette differenze, ad esempio sui temi della ”bioetica” rispetto a Fini, ma sottolinea come anche su questioni cosi’ delicate sia possibile una sintesi come dimostra il sostegno ottenuto dal documento della Binetti. Casini ribadisce poi la sua linea nei confronti del premier: ”Temo l’incoscienza di chi ritiene che con un voto in piu’ risolvera’ i problemi del Paese”. Segue un appello: ”Berlusconi capisca che l’unica cosa seria e’ andare a dimettersi evitando una ridicola conta: non sarebbe una prova di debolezza ma di forza, dignità e responsabilità” perché ”non si tira a campare quando il Paese va a fondo”.

Insomma, per i centristi l’obiettivo e’ ottenere un passo indietro di Berlsuconi. Anche se nel Pdl sono in molti (a cominciare dal Cavaliere) a vedere ”margini” di dialogo con l’Udc. Soprattutto se il premier incasserà la fiducia il 14. Una speranza che a detta di Fini, invece, è del tutto vana. Evidentemente rassicurato dalle parole dell’ex Dc, il leader di Fli infatti non manca di sottolinearlo: ”E’ fantasioso ed autoconsolatorio” pensare ad un allargamento della maggioranza ai centristi. ”Conosco Pier Ferdinando Casini da tanti anni”, aggiunge Fini, che ne elogia ”l’intelligenza politica”. Ma proprio per questo, conclude il presidente della Camera, ”Casini non puo’ svendere mai la sua recente storia politica e tornare sotto l’ombrello politico di Berlusconi”.