Clima, Berlusconi e Sarkozy a Barroso: sanzioni per chi non rispetta gli standard delle emissioni

Pubblicato il 15 Aprile 2010 - 15:53 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi e Nicolas Sarkozy

L’Unione europea deve prevedere una sorta di compensazione economica alle proprie frontiere nei confronti di quei paesi esportatori che non rispettano gli standard delle emissioni di carbonio. Si tratterebbe di una forma “non protezionistica” utile soprattutto come nuovo strumento di negoziato internazionale (e nel rispetto delle regole Wto) in tema di rispetto del clima. E’ questa in estrema sintesi la richiesta giunta per lettera al presidente della Commissione Ue, José Barroso a firma congiunta di Silvio Berlusconi e Nicolas Sarkozy.

“Signor Presidente – scrivono Berlusconi e Sarkozy a Barroso – come Lei ha confermato in occasione dell’ultimo Consiglio europeo, la Commissione presenterà il prossimo giugno un rapporto nel quale valuterà se alcuni settori industriali sono esposti a un importante rischio di fuga di carbonio, rapporto che dovrà essere accompagnato da proposte adeguate”. “Sarebbe inaccettabile – sottolineano – che gli sforzi già ambiziosi che abbiamo accettato all’interno dell’Unione Europea allo scopo di ridurre le nostre emissioni di gas effetto serra conformemente a ciò che era stato deciso al Consiglio europeo del dicembre 2008 fossero compromessi dalle fughe di carbonio che deriverebbero dall’assenza o dall’insufficienza di azione di alcuni Paesi terzi. E’ per questo motivo che la legislazione europea prevede espressamente, in questo contesto, la possibilità di includere gli importatori nel sistema europeo di scambio di quote di emissioni. Ci appare indispensabile che il rapporto della Commissione sia l’occasione per precisare senza preconcetti le condizioni nelle quali potrebbe essere messo in atto un tale meccanismo di aggiustamento alle frontiere dell’Unione Europea”.

“Come i Capi di Stato e di Governo hanno sottolineato in occasione dell’ultimo Consiglio europeo, è necessario dare un nuovo impulso al processo internazionale di negoziato. A seguito degli impegni unilaterali contenuti nel pacchetto legislativo adottato nel 2009, l’Unione Europea deve rinforzare il suo approccio tattico utilizzando nuovi strumenti di negoziato per rendere la sua azione più efficace e più credibile nelle competenti sedi internazionali”. “Disporre, nel quadro del negoziato internazionale, tra gli altri possibili strumenti, di questo meccanismo, che dovrà ovviamente essere inclusivo e non protezionistico – osservano ancora Berlusconi e Sarkozy – ci permetterebbe in effetti di prevenire il rischio di fuga di carbonio incoraggiando i Paesi terzi a adottare misure di riduzione delle loro emissioni, per esempio nel quadro dei partenariati settoriali. Quindi, ciascuno saprebbe che, se rifiuta di prendere impegni adeguati nei settori interessati, i suoi prodotti si vedrebbero applicare una compensazione equivalente allo sforzo previsto nell’Unione Europea. Non farlo verrebbe a creare uno stimolo paradossale a non prendere impegni del genere”.

“Si tratta dunque – spiegano – di una leva indispensabile che l’Unione Europea deve poter utilizzare se noi vogliamo preservare l’integrità ambientale dei nostri sforzi assicurando al tempo stesso l’impegno dei nostri principali partner. Aggiungiamo che, negli Stati Uniti, misure comparabili sono state introdotte nei progetti di legge in corso di esame. Nostro interesse è chiaramente poter lavorare su questa questione con i nostri partner americani così come con tutti coloro che lo vorranno”. “Va da sé che ogni meccanismo di aggiustamento alle frontiere deve essere pienamente compatibile con le regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio. La correttezza degli scambi si coniuga qui con la lotta contro il cambiamento climatico. Deve anche essere realizzabile sul piano tecnico e a questo fine senza dubbio concentrarsi sui settori realmente esposti alle fughe di carbonio. Le nostre analisi così come gli studi di cui disponiamo, in particolare il rapporto congiunto stabilito dal segretariato dell’OMC e dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente nel giugno scorso mostrano nell’insieme che queste condizioni possono essere soddisfatte”. “Lei comprenderà dunque che noi attribuiamo la più grande importanza a che il rapporto che la Commissione presenterà il prossimo giugno, in particolare sul meccanismo di aggiustamento alle frontiere dell’Unione Europea, precisi questi elementi e contribuisca quindi utilmente ai lavori del Consiglio Europeo sui mezzi per proseguire la nostra azione in favore della lotta contro il cambiamento climatico”, concludono.