Coronavirus, Gasparri: l’Arma dei Carabinieri paga un ulteriore tributo di vite. Immediate protezioni al personale della sicurezza e difesa

Coronavirus, Gasparri: l’arma dei carabinieri paga un ulteriore tributo di vite (foto Ansa)

ROMA- “Profondo cordoglio per la perdita di due carabinieri. L’Arma paga un ulteriore tributo di vite. Per questa ragione chiediamo che si verifichi con immediatezza che tutto il personale del comparto sicurezza-difesa sia dotato di adeguati strumenti di protezione.” E’ il commento del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri alla morte – a causa dell’epidemia di Coronavirus – del luogotenente Mario D’Orfeo, comandante della stazione di Villanova d’Asti, e del maresciallo maggiore Fabrizio Gelmini, addetto alla Stazione di Pisogne, nel bresciano, e di cui è stata data notizia il 28 marzo.

“Non ci può essere impiego di personale se non nel totale rispetto delle decisioni degli organi sanitari, lo abbiamo sottolineato anche in Parlamento. Quelle direttive le devono seguire tutti ma in particolar modo vanno applicate a chi sulle strade e sul territorio lavora al servizio della comunità.” Ha detto ancora il senatore forzista che conclude:

“C’è lentezza nel fornire questi materiali indispensabili senza i quali, lo ribadisco, non si può chiedere al popolo in divisa un sacrificio inammissibile. Le dotazioni sono in corso di distribuzione ma bisogna fare di più e presto. È una assoluta priorità che viene accanto a quella che riguarda tutto il sistema sanitario”.

Il luogotenente Mario D’Orfeo era originario di Chieti e avrebbe compiuto 56 anni tra pochi mesi il primo maggio. E’ morto la mattina del 28 marzo nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Asti, dove era ricoverato da quattro giorni. Dal 2015 comandava la stazione di Villanova, oltre 5.600 abitanti al confine tra la provincia di Asti e quella di Torino. Il piu’ giovane di quattro fratelli, uno dei quali carabiniere in pensione, con la famiglia viveva nel paese vicino, Valfenera. Mario D’Orfeo si era arruolato nel 1983. Aveva lavorato a Vercelli, poi nel Torinese e anche a Palermo, nel pronto intervento e alla stazione. Prima di approdare nell’astigiano, era stato istruttore alla Scuola allievi di Fossano (Cuneo), dove era impegnato nella formazione e per alcuni mesi aveva svolto servizio anche nell’amministrazione dell’infermeria.

Il maresciallo maggiore Fabrizio Gelmini aveva 58 anni ed era addetto alla stazione dei carabinieri di Pisogne, in provincia di Brescia. Viveva a Sovere, nella bergamasca, una delle provincie maggiormente colpite dal coronavirus, con la moglie e due figli di 22 e 18 anni. Aveva prestato servizio in diversi luoghi, sia come carabiniere semplice che come
sottufficiale. La sua morte ha suscitato grande commozione e cordoglio sia a Pisogne, sia a Sovere, dove era conosciutissimo e molto apprezzato.

Due vite dedicate “al dovere, alle istituzioni e soprattutto ai cittadini e alle comunita’ su cui erano chiamati a vigilare” ha ricordato l’Arma dei Carabinieri.

Fonti: Ansa Uff Stampa Sen. Maurizio Gasparri

 

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