Ddl sul legittimo impedimento in Senato, Governo pone la fiducia

Pubblicato il 9 Marzo 2010 - 10:21 OLTRE 6 MESI FA

La seduta del Senato si è chiusa con il Governo che ha posto la fiducia al disegno di legge sul legittimo impedimento. Una giornata caratterizzata soprattutto dall’ostruzionismo dell’opposizione che ha presentato in aula circa 1700 emendamenti, dopo aver richiesto la verifica del numero legale e averne provocato la sospensione.

Il ddl prevede la possibilità per presidente del Consiglio e ministri di rinviare le udienze in Tribunale che li riguardano per i prossimi 18 mesi usufruendo del diritto di legittimo impedimento, per contemporanei impegni legati alla propria attività istituzionale.

Il ddl è da oggi in Aula in seconda lettura fino a giovedì: se non subirà modifiche diventerà subito legge. Il governo, se la situazione non si dovesse sbloccare, ha già autorizzato il ricorso alla fiducia.

La seduta si è aperta alle 11 e l’ostruzionismo promesso dal Pd è cominciato da subito. Il senatore Francesco Sanna ha preso la parola per chiedere un’integrazione del processo verbale. A una successiva richiesta di verifica del numero legale, subito accordata dal presidente Renato Schifani, la seduta è stata sospesa per mancanza del numero legale.

Quindi il Pd ha chiesto e ottenuto di avere più tempo per la discussione: «Riteniamo impossibile che su questo provvedimento si proceda per tempi contingentati. È questa la nostra richiesta con cui ci accingiamo alla discussione di questo ddl» ha detto la presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro. Schifani ha replicato: «Mi impegno a fare in modo che il dibattito avvenga con ampiezza di tempi per consentire l’illustrazione delle parti sostanziali di un provvedimento così delicato». Quindi ha dato la parola al relatore Franco Mugnai (Pdl). Finite le relazioni verranno illustrate le cinque pregiudiziali di costituzionalità presentate dall’opposizione.

Schifani ha dunque spiegato che si farà garante perché l’opposizione abbia tempi adeguati per discutere il ddl, ma ha anche invitato il centrosinistra a «selezionare e concentrare» le proprie proposte riducendo il numero degli emendamenti presentati, circa 1200. A quelli del Pd si aggiungono i cento dell’Italia dei Valori. L’Udc ha presentato sette emendamenti e se il provvedimento non verrà modificato «il nostro voto – ha detto il presidente dei senatori Gianpiero D’Alia – sarà l’astensione. Il testo presentato dalla maggioranza non rispecchia assolutamente la nostra proposta». «Opposizione durissima» promette anche l’Idv.

L’Aula del Senato ha quindi bocciato le cinque pregiudiziali presentate dalle opposizioni al ddl sul legittimo impedimento. Il presidente del Senato Renato Schifani ha quindi deciso l’apertura della discussione generale sul provvedimento.

Finocchiaro. «Il paese sta marcendo e noi siamo qui a discutere di legittimo impedimento e cioè sempre dei problemi del presidente del Consiglio» attacca Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd, annunciando un’opposizione che «non farà sconti al governo e alla maggioranza». Il Pd, aveva annunciato la senatrice, intende denunciare che vengono «violati i diritti dell’opposizione perché i tempi stabiliti e contingentati per la discussione del provvedimento sono ridicoli vista la delicatezza della materia trattata». Con questo ddl, aggiunge, «si viola il principio di uguaglianza. Si certifica che chi è più forte, potente e ha più mezzi prevale su chi è meno potente».

Di Pietro. Per Antonio Di Pietro «il legittimo impedimento è una legge incostituzionale sulla quale alla fine o il capo dello Stato, la Corte Costituzionale o l’Italia dei Valori con i suoi referendum farà giustizia». Riguardo all’ostruzionismo che le opposizioni stanno facendo in Parlamento, Di Pietro sottolinea che «l’Idv l’ostruzionismo l’ha fatto dal primo giorno e mentre informavamo i cittadini del pericolo in corso ci davano dei catastrofisti; oggi è dimostrato che c’è un governo che addirittura minaccia il capo dello Stato, ci auguriamo dunque che prevalga la resistenza a questo fascismo di ritorno».