Deputati, si può rinunciare al vitalizio: vediamo chi lo fa

Pubblicato il 14 Dicembre 2011 - 17:14 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Da gennaio andranno in pensione a 60 anni e in base ai contributi versati. L’austerity formato Parlamento è stata appena approvata anche dall’ufficio della presidenza della Camera, ormai è cosa fatta. Per volere di Rosy Bindi, però, è stata aggiunta anche un’altra norma, qualcosa che agli occhi della presidente Pd rende la riforma più “equa”, parola magica in questi giorni di manovra che viene spalmata un po’ ovunque. E come un toccasana è arrivata a posarsi anche sulla riforma dei vitalizi.

Infatti, da gennaio, gli onorevoli potranno anche rinunciarci. Prima non si poteva, bisognava prenderlo così com’era senza tante storie. Ora, invece, chi avrà voglia di eroismi potrà farne a meno. In nome della crisi, dell’etica, dell’austerity, in nome dei sacrifici condivisi, del “togliamo qualcosa a noi per primi che riceviamo tanto”. In nome dell’equità, insomma, gli onorevoli potranno fare il passo indietro più doloroso che c’è, quello sulla pensione. Per gli amanti delle mezze misure la Bindi ha ipotizzato anche che si possa ”concordare un regime meno favorevole per se stesso” oltre alla rinuncia totale. Insomma da gennaio possiamo aspettarci che alla Camera si formino folle di pensionandi che agli uffici di presidenza chiedono l’annullamento totale. O meglio ancora che diano vita a una trattativa al ribasso: “No, così è troppo, un po’ meno per favore”. Da gennaio, anche solo per scommessa, basterebbe vedere se uno solo lo fa.