Di Maio tasse giù, avanti un altro. Balle, vere, da elezioni. Ai fake ci pensano i russi

di Lucio Fero
Pubblicato il 17 Novembre 2017 - 05:52 OLTRE 6 MESI FA
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Luigi Di Maio in uno dei video pubblicati sulla sua pagina Facebook

ROMA – Di Maio tasse giù, avanti un altro. E’ arrivato anche Luigi Di Maio a promettere, assicurare, garantire che, M5S vincendo le elezioni, lui il MoVimento e il loro governo abbasseranno le tasse. Anzi abbassamento “choc” delle tasse, mica una cosuccia, una limatura. Tasse non solo abbassate ma abbattute promette Di Maio in cambio di voti a M5S. Non solo, tasse abbattute e quindi non più da pagare e in più reddito di cittadinanza pagato a chi non lavora. Ovviamente tutto a deficit, stampando cioè denaro. Poi si vede.

Tasse giù, avanti c’è posto, c’è sempre posto in campagna elettorale per chi promette meno tasse in cambio di voti.

Anche stavolta sul pullman del tasse giù c’è posto per il decano del meno tasse per tutti, Silvio Berlusconi. Ha già promesso niente tasse sulla prima casa (ma l’Imu già non c’è più), niente bollo di circolazione e comunque ancora e sempre meno tasse per tutti. Imprese, famiglie, parrocchie, spiagge, montagne, paludi…

In piedi sul pullman elettorale del meno tasse viaggia Matteo Salvini. Ma non perché non vi sia posto, sta in piedi per sbracciarsi meglio e dal finestrino annunciare: tassa unica per tutti del 15 per cento! Facciamo 18% per far contento Berlusconi che al 15% non ci crede nemmeno lui che è il principe del racconta favole, facciamo 18% e non se ne parli più. Basta che votate Lega e la tassa si fa piccola piccola.

Seduta composta sul pullman elettorale del meno tasse è Giorgia Meloni. Promette con meno enfasi ma romanamente garantisce: con noi le tasse andranno giù, un “a noi” nell’urna 2.018 e le tasse si troveranno con le reni spezzate.

Meno tasse promette Alfano ma adesso ha vocina fioca da raucedine da infreddature elettorali. Comunque è sul pullman.

Discosti, dall’altra parte del pullman ma sempre ben saldi sul bus del meno tasse ecco la maggioranza e la minoranza Pd. Renzi e i suoi ministri di ieri e di oggi promettono meno tasse ed elencano quelle già abbassate (vero, vedi Irap, ma abbassate poco e comunque il problema dei problemi di Renzi e del Pd è proprio che gran parte dell’elettorato non vuole vedere). La minoranza Pd promette di abbassare le tasse, magari solo quelle “operaie” e vai a capire quali sono, ma comunque abbassare.

Ovviamente nessuno, né M5S, né Berlusconi-Salvini-Meloni, né Pd renziano e non si sognano di legare l’eventuale calo delle tasse ad un aumento della produttività nella Pubblica Amministrazione o nelle imprese private, tanto meno ad una diminuzione di spesa pubblica che anzi assicurano tutti non sarà, dio non voglia, sottoposta a qualsivoglia angheria. Sul pullman elettorale del meno tasse non si bestemmia con parole che fanno male alla sensibilità dell’elettore.

Gli unici che le tasse non promettono di abbassarle, e fin qui sarebbe saggezza, realismo e onestà verso l’elettorato sono…Anzi sarebbero, perché c’è chi le tasse non è che non prometta di abbassarle, c’è chi promette invece di alzarle. E, anche se non ci si crede, anche questa ba suo modo è una caccia al voto. Bersani, D’Alema, Speranza, Fratoianni (Grasso e Boldrini?) e Cgil di Camusso che fa da sponda fieramente sono contro la rottamazione delle cartelle esattoriali, fieramente si oppongono a che chi ha debiti con il fisco possa avere uno sconto.

E quindi Mdp-Sinistra Italiana e quel che sarà la sigla che tutti li aggregherà andrà in campagna elettorale con la promessa più tasse per pagare più pensioni. Versione alquanto hard-grot del socialismo e del “mondo nuovo”. Dove grot sta per grottesca.

Giù le tasse, si vota. Son le balle elettorali, quelle vere però. Sono le balle che i partiti veramente pronunciano. Ai fake, ai falsi, alle fake news ci penseranno in campagna elettorale i russi. L’hanno fatto negli Usa, in Gran Bretagna, in Francia, Germania, Catalogna. E’ inchiesta ufficiale americana (Russiagate). E’ denuncia ufficiale della Merkel, della May, di Rajoy. E’ stato lamento ufficioso di Macron. Vuoi che i russi, i troll non tanto volontari quanto di leva russi, non si inventino qualcosa anche per la campagna elettorale italiana?