Letta, Imu: “A giugno non si paga sulla prima casa”

Pubblicato il 29 Aprile 2013 - 15:26| Aggiornato il 24 Febbraio 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – A giugno l’Imu non si paga sulla prima casa. Ci sarà uno stop, una moratoria, prima che il governo metta mano alla tassa sulla casa. E poi, bisogna lavorare per arrivare ad una ”rinuncia dell’inasprimento dell’Iva”. E’ quello che ha detto Enrico Letta nei primi minuti del suo discorso davanti alla Camera prima di chiedere la fiducia. Da Napolitano è arrivata l’ultima chiamata, ha spiegato Letta annunciando che da mercoledì partirà per un viaggio a Bruxelles, Berlino e Parigi. “Perché questo è un governo europeo ed europeista”.

”Parlerò con il linguaggio sovversivo della verità – dice – per avere le spalle larghe e solide per reggere e far fronte al giudizio del Parlamento”.

Maggiore integrazione verso una Europa federale, l’unione monetaria senza l’unione politica sarebbe insostenibile, il discorso di Letta parte dall’Europa, lui europeista convinto. Poi parla delle politiche per la ripresa che non possono più attendere e ricorda l’esplosione di rabbia sociale con la sparatoria davanti palazzo Chigi. Letta annuncia meno tasse sul lavoro per i neoassunti e provvedimenti per la famiglia.

“La burocrazia non deve opprimere: va rivisto tutto il sistema delle autorizzazioni per creare posti di lavoro”. Letta annuncia che nominerà subito il commissario unico dell’Expo di Milano, uno dei primi atti del governo. Rilanciare il turismo e attrarre investimenti è la ricetta per riavviare lo sviluppo.

Tra gli impegni del governo il rifinanziamento alla cassintegrazione in deroga, l’impegno sugli esodati. Letta si impegna a fare di più sull’occupazione femminile, ancora lontana dallo standard europeo. Letta si impegna a studiare formule per il reddito minimo, soprattutto per le famiglie con figli, nonché incentivi alla pensione.

Il premier annuncia che eliminerà lo stipendio dei ministri che si somma da sempre a quello da parlamentari. “Lo dico anche ai miei ministri che ancora non lo sanno”, ha detto Letta. I ministri del governo Letta, quindi, avranno “solo” lo stipendio da parlamentari e non avranno l’indennità aggiuntiva che spetta ai ministri.

Abolire la legge esistente sul finanziamento dei partiti, aprendo al finanziamento dei privati cittadini.

Letta si propone di aprire un’interlocuzione con i partiti che non sostengono il governo. Annuncia una Convenzione aperta anche agli esperti, che assorba i pareri dei 10 “saggi” di Napolitano, per preparare le riforme costituzionali. Tra 18 mesi Letta verificherà se il progetto è avviato, se invece veti e incertezze minacceranno il tutto “non esiterei a trarne le conseguenze”. E ancora: riforma elettorale, o perlomeno ristabilire la legge precedente, superare il bicameralismo perfetto, mettere in piedi il Senato delle Regioni, abolire le Province, perfezionare il Federalismo fiscale.