ROMA- Voleva diventare un campione del basket, magari in Nba, invece si è dovuto accontentare di fare il presidente del Consiglio. Enrico Letta intervistato da Raisport svela la sua passione per il basket e parla della sua quota sottoscritta per la Pallacanestro Cantù.
“Io giocavo a pallacanestro e in quel periodo pensavo di poter giocare bene perchè ero diventato subito molto alto e a Pisa, nella squadra della mia città, mi avevano subito messo sottocanestro e così non impari a palleggiare bene. E lì o impari a palleggiare molto bene e fai il play oppure resti sottocanestro e diventi alto. E infatti ho smesso quasi subito. Non ero all’altezza”.
Nessun dubbio, poi, su cosa, da giovane, avrebbe preferito fare: presidente del Consiglio o campione di pallacanestro?
“Se avessi la possibilità il mio sogno era fare quello che fanno Belinelli, Gallinari, Datome: penso che l’esperienza nell’Nba sia un sogno. Ma il fisico non c’è”. E non c’è nemmeno per un’eventuale sfida con Obama: “No, lui gioca molto bene, ha un fisico più scattante di me”, dice il premier che però mostra con orgoglio il pallone ricevuto in dono dal presidente Usa: “è un pallone storico con le firme dei giocatori dei Chicago bulls. Io da ragazzino tifavo per i Los Angeles Lakers ma questo e’ un regalo molto apprezzato”.
E sfida ‘persa’ anche con i suoi figli che al pallone arancione preferiscono quello di cuoio del calcio:
“I miei figli hanno scelto, hanno solo il calcio in testa. Temo che questa partita sia già chiusa, ma io cerco ogni tanto di farli appassionare alla pallacanestro”. Un consiglio che Letta estende a tutti i giovani perchè si tratta di uno sport che “ti insegna ad essere una squadra, a mettere da parte le individualità e a giocare piu’ per gli altri. Per questo l’ho sempre consigliato ai ragazzi, c’è l’idea che i risultati si raggiungono con la squadra”.
Sulla sottoscrizione per Cantù Letta spiega: “L’appello mi è arrivato da un mio mito, Marcello Marzorati e poi Cantù per me è la squadra della mia infanzia, quella sempre seguita da bambino”.