Fase 2, Conte frena le aperture prima del 4 maggio, ma aziende del Nord puntano al 27 aprile

di redazione Blitz
Pubblicato il 19 Aprile 2020 - 08:17 OLTRE 6 MESI FA
Fase 2, Conte frena le aperture prima del 4 maggio, ma aziende del Nord puntano al 27 aprile

Fase 2, Conte (nella foto Ansa) frena le aperture prima del 4 maggio, ma aziende del Nord puntano al 27 aprile

ROMA  –  Coronavirus, fase 2 dal 4 maggio con la riapertura di aziende e uffici, una forte dose di smart working, orari scaglionati e autobus a ingresso limitato. E un primo parziale allentamento del “lockdown” con spostamenti di lavoratori e riapertura dei parchi ma rinviando l’apertura indiscriminata di bar e negozi.

Si va definendo, in una serie di riunioni tra il premier Giuseppe Conte, numerosi ministri, il capo della task force Vittorio Colao e alcuni rappresentanti del comitato tecnico scientifico, il piano nazionale per la ripartenza.

Il premier ferma fughe in avanti: non ci saranno riaperture la prossima settimana. Ma il pressing delle Regioni del Nord e di Confindustria è fortissimo. E nel confronto con gli enti locali Conte spiega che una valutazione è in corso su manifattura, edilizia, servizi al commercio.

Alcuni ministri e le Regioni premono per riaprirle il 27 aprile ma parte del governo dice no. Decisive comunque per la ripartenza sono le Regioni, che in una riunione sabato sera con il premier dicono sì alle linee guida nazionali ma con un prolungamento delle limitazioni di spostamenti tra Regioni e comunque un’autonomia territoriale.

Il sindaco di Roma, Virginia Raggi, torna a proporre più potere ai sindaci sul modello del ponte di Genova. Dal governo ribattono che la priorità è la salute: non si può riaprire senza assicurare la tenuta della rete sanitaria, anche attraverso Covid Hospital e centri per la quarantena, o si rischia un ritorno del contagio.

Il governo starebbe giustamente lavorando anche al prossimo autunno, per preparare una rete di tutela da un ritorno dei contagi.

Ai rappresentanti di Regioni e Comuni il premier torna a chiedere collaborazione: basta fughe in avanti, basta annunci e pressing per riaperture accelerate. Se la fase 2 sarà, come dice il ministro Peppe Provenzano, non un ritorno alla normalità ma “una lunga transizione”, è su linee guida nazionali che vuole lavorare il governo. “Non ci sono dieci, cento, mille exit strategy” ma una sola, dice da Bruxelles anche Paolo Gentiloni.

Ma è chiaro che i territori sono il punto di tenuta. E non aiuta la cacofonia di voci dei presidenti da chi, come Luca Zaia, chiede di “allentare subito tutto” e chi, come Vincenzo De Luca, ribadisce che c’è “la quarantena per chi arriva in Campania da zone a rischio”.

Tra le ipotesi per una riapertura a step ci sono anche macroaree di rischio, “zone rosse” e stop agli spostamenti tra le regioni. Ma è su linee nazionali e un riavvio graduale del motore che ragiona il governo. Lo chiedono le stesse Regioni, con Stefano Bonaccini, e ministri come Francesco Boccia.

Ma l’avvertenza è che specificità per alcune aree potrebbero esserci e dipenderà anche da quanto le Regioni possono assicurare la tenuta sanitaria.

Di come ripartire dal 4 maggio Conte parla prima con i capi delegazione: si va da Iv che, con Teresa Bellanova, annuncia anche la possibilità di spostarsi per andare a coltivare gli orti, a Roberto Speranza, che continua a mettere in cima a tutte le priorità la tutela della Salute.

Dario Franceschini annuncia aiuti per le famiglie, anche per andare in vacanza. Quanto al confronto con il capo della task force Colao, il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro e il presidente del Css Franco Locatelli, emerge la volontà di lavorare dal 4 maggio per far ripartire tutte le attività in sicurezza, con coordinamento di logistica, trasporti, per tenga sotto controllo la curva epidemiologica ed evitare ritorni del contagio.

L’idea è permettere a tutti di lavorare dal 4 maggio e poi pian piano allentare le limitazioni per i cittadini: i lavoratori, con fasce orarie spalmate per evitare affollamenti, potranno spostarsi, i bambini potranno tornare nei parchi.

Ma potrebbero esserci regole più severe per gli anziani. E maggiori tutele per i più deboli. Si potrà andare a fare jogging da soli ma è difficile, viste le contrarietà nel governo, che i bar e ristoranti riaprano il 4: se ne potrebbe riparlare più avanti.

Il pressing sulla ripartenza delle aziende però è molto forte. E Confindustria lancia l’allarme: il 43,7% delle imprese affronta problemi gravi e secondo un sondaggio gli imprenditori si sentono disarmati e arresi a ricorrere alla cassa integrazione.

L’Emilia Romagna presenta al governo un piano per la ripresa per filiere produttive, fra cui automotive, moda, nautica e offshore, per salvaguardare l’export. E poi edilizia e costruzioni.

Le Regioni, rappresentate nella task force da Bonaccini, Fontana e Musumeci, in un documento chiedono espressamente che le filiere ripartano dal 27 aprile. Nuovi incontri sono in programma a inizio settimana, la cabina di regia si rivedrà mercoledì. (Fonte: Ansa)