Federalismo, Franceschini: “L’astensione del Pd è stata una scelta politica meditata”

Pubblicato il 20 Maggio 2010 - 08:57 OLTRE 6 MESI FA

Dario Franceschini

L’astensione del Partito democratico sul decreto del federalismo demaniale è stata “una meditata scelta politica” e non “un modo di non scegliere tra due linee opposte”. Lo precisa, con una lettera al Corriere della Sera, il vicesegretario del Pd Dario Franceschini, spiegando i ‘ritocchi’ apportati dal suo partito per avere quella che lui definisce “una legge equa”.

La commissione bicamerale appena istituita, per Franceschini “l’unica sede in cui sopravvive un flebile rapporto tra maggioranza e opposizione”, ha lavorato. Il Parlamento ha riscritto quasi interamente il testo proposto dal governo”.

Un “grande partito riformista oggi all’opposizione”, scrive ancora Franceschini, davanti a riforme “che riguardano il futuro assetto della Repubblica” non può “sottrarsi al dovere di migliorare i testi”.

Il primo decreto sul federalismo era “molto carente” e su iniziativa del Pd la bicamerale “ha convinto il governo a numerose modifiche”. Ma il testo, per Franceschini, “presenta ancora delle criticità”, come “il fatto che il codice civile non sia stato ancora coordinato con le modifiche legislative apportate dalla legge 42 e che insieme ai beni demaniali alle Regioni vengano trasferiti costi di manutenzione non quantificati”.

Un altro “punto di debolezza” che ha portato alla scelta dell’astensione, spiega il leader del Pd, è  “l’esclusione dei beni appartenenti al demanio della difesa, ‘protetti’ da norme precedenti, come quelle sulla Difesa Servizi SpA”.