Fini: “Berlusconismo è finito, presto un nuovo premier”

Pubblicato il 11 Settembre 2011 - 19:48 OLTRE 6 MESI FA

Foto LaPresse

MIRABELLO (FERRARA) – Gianfranco Fini torna a Mirabello a un anno dallo strappo con il governo Berlusconi e il Pdl. E dal palco della festa di Futuro e libertà, il leader Fli spiega: “I fatti ci hanno dato ragione, rifarei tutto quello che ho fatto. Il berlusconismo è giunto al termine, nessuno sa quando calerà la tela, ma siamo già alla fine di un regno”, dice il presidente della Camera. E aggiunge: “Per questo si deve creare un’alternativa ad un sistema bipolare che è primitivo, una specie di ordalia fra chi sta con Berlusconi e chi è contro”.

Sul governo, Fini dice di “Non auspicare alcun tipo di ribaltone. Il Pdl ha vinto le elezioni e il diritto di governare, ma deve capire che non può difendere l’indifendibile, non può asserragliarsi nel bunker in attesa che passi la nottata. Serve una svolta, con un nuovo assetto, e ci auguriamo che nella maggioranza ci siano coloro in grado di trovare il coraggio di esprimere pubblicamente quello che dicono in privato”.

“Manovra degna di Fregoli”. Sulla manovra economica e i suoi cambamenti prima dell’approvazione, Fini dice: “Non si può in un mese cambiare volte l’abito della manovra, in una sorta di gioco del Monopoli che alla fine ha riportato al punto di partenza”. E aggiunge: “Con la sua quarta versione questa manovra economica è più degna di Fregoli che di chi ha a cuore l’interesse generale”.

“Crisi, c’era già un anno fa”. “Nessuno può imputare a Berlusconi di essere la causa della crisi. Ma nessuno può dire che il Governo abbia fatto qualcosa per chiarirla, denunciarla e arginarla”, dice Fini dal palco. “La situazione economica del Paese non era il Mulino Bianco descritto da Berlusconi: già un anno fa c’erano i segnali della crisi”. Per il leader di Fli quella del Governo è stata “una sottovalutazione colpevole”.

“Il nord non ha bisogno di camice verdi”. Il presidente della Camera ha criticato anche gli atteggiamenti della Lega Nord: “Mai era accaduto che la divergenza nord-sud diventasse una bandiera che non mortifica solo il sud, ma anche il nord che non ha bisogno di ampolle, Padania e camicie verdi”, dice Fini. Atteggiamenti che, nell’ambito delle celebrazioni del 150/0 anniversario dell’Unità d’Italia, il leader di Fli definisce “volgari provocazioni in nome di inesistenti identità di carattere culturale”. Coesione nazionale, secondo Fini, significa anche “cancellazione di ogni egoismo di tipo geografico”.