Pdl, Michela Vittoria Brambilla lancia “Forza Lecco”

Michela Vittoria Brambilla (Foto LaPresse)

LECCO – Forza Lecco non è un’esclamazione: è la nuova creatura politica di Michela Vittoria Brambilla, ex ministro del Turismo del governo Berlusconi con spiccate propensioni animaliste. 

Con la sua Forza Lecco l’ex ministro lancia una sfida all’interno del Popolo delle Libertà. Lo ha fatto già portando con sé nella nuova associazione vecchi iscritti del Pdl. In testa c’è Marco Sesena, che spiega la nascita di Forza Lecco come contraltare allo “sbilanciamento attuale del partito verso An”. Ha detto Sesena al Corriere della Sera: “A questo punto abbiamo pensato che ognuno in democrazia è libero di decidere, e abbiamo fondato la nostra associazione. Non a casa per la maggior parte siamo imprenditori, manager e professionisti, vicini cioè al Berlusconi del ’94 sceso in campo per cambiare la politica”.

Tra i primi distinguo fatti da Forza Lecco uno riguarda l’elezione a segretario provinciale del Pdl: la formazione della Brambilla non appoggerà infatti Mauro Piazza, candidato di Comunione e Liberazione ed ex An. E Piazza ha già commentato: “È come se in una partita, la squadra che sa di perdere scegliesse di uscire dal campo portandosi via anche il pallone”.

Stesse parole tranchant da parte di Massimo Corsaro, ex An fino a poco tempo fa tra i coordinatori del Pdl lombardo: “Il caso non esiste: è un gruppo di iscritti che puntava a una candidatura unitaria al congresso ma voleva imporre il suo uomo. Non ha più senso parlare di due anime nel partito”.

Quel che temono i vertici del Pdl è che la scissione lombarda si ripeta anche altrove, a Parma, a Piacenza, a Cosenza, dove il malcontento nel partito sta crescendo, soprattutto nei confronti dello spazio guadagnato dagli ex colonnelli di An.

Tra i più insofferenti ci sarebbero i deputati Isabella Bertolini, Michaela Biancofiore e Guido Crosetto, che ha spiegato: “Si deve tornare allo spirito del ’94, io lo dico da tempo. Non ha senso svenarsi in lotte intestine per vincere un congresso se poi la società non ti dà un voto”.

 

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